Se approvato, il nuovo sistema di riscossione delle rate verrà modificato. Si perde la definizione agevolata con il mancato pagamento di 10 rate
Ad oggi, chi ha in sospeso delle pendenze con il fisco, ha la possibilità di aggirare le more e gli interessi. Questo sistema, chiamato di definizione agevolata, è stato introdotto nel 2018, e comprende i debiti dal 1° gennaio 2000.
In cosa consiste la definizione agevolata? Il contribuente, a fronte di una richiesta formale, può estinguere tutti i debiti in un solo colpo, o richiedere una rateizzazione. Con queste due azioni, non è tenuto al pagamento di interessi e more, ma solo al contenuto della cartella. Nel caso di rateizzazione, la Rottamazione-ter diviene ufficiale con il pagamento della prima rata.
Nel caso in cui il contribuente non paghi 5 rate consecutive, viene escluso dal piano di rottamazione, ed alla ripresa dei pagamenti è obbligato a corrispondere interessi e more. Ma al momento, nel caso in cui decidesse di sanare il tutto in un’unica soluzione, sarebbe comunque sollevato dalle maggiorazioni.
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La riforma della riscossione, come cambia la Rottamazione-ter
Nel caso in cui divenisse ufficiale la riforma del sistema di riscossione da parte dell’Agenzia delle Entrate, ci saranno delle modifiche alle regole sulla rateizzazione. La definizione agevolata, in linea con i piani d’intervento anti crisi economica inaugurati dal governo Conte, sarà sospesa con il mancato pagamento di 10 rate e non 5.
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In sostanza, il contribuente perde la facoltà di sottrarsi al pagamento degli interessi dopo 10 rate consecutive non corrisposte, e non più 5. Allo stesso tempo, se esce dal piano di definizione agevolata, non ha più modo di rientrarvi, neanche con il pagamento dei debiti in un’unica soluzione, ed è obbligato a pagare anche more ed interessi.