L’Unione Europea si è espressa contrariamente al canone Rai nella bolletta. Ma per ora sembra che rimarrà invariato
Il Canone Rai è un’imposta che ogni cittadino in possesso di un apparecchio televisivo è obbligato a corrispondere. Fino al 2015 le statistiche rilevavano un tasso di evasione altissimo, ovvero, pochissimi italiani pagavano il canone. Il governo Renzi ha imposto alle società di fornitura dell’energia elettrica di riscuotere l’imposta sul servizio pubblico televisivo, inserendola nella bolletta, con 10 rate mensili da 9 euro.
E’ da sottolineare che prima della riforma Renzi il canone era 113 euro annuali, ora 90. Il problema è che in questo modo, se non si spulciano le voci in bolletta, il costo dell’energia elettrica sembra più alto di quello che è. E’ questo che lamenta l’Unione Europea, che si è espressa in maniera contraria all’imposta televisiva nella fornitura di energia elettrica.
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L’UE probabilmente ritiene che le bollette “gonfiate” da voci estranee alla fornitura non siano rispettose delle regole sulla concorrenza in ambito europeo. In questo modo le società che agiscono in territorio italiano sembrano più care delle altre.
Nel PNRR l’Italia s’impegna a modificare la riscossione del Canone Rai, probabilmente tornando al modello precedente, ma per ora non sono arrivate conferme governative in tal senso.
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Con tutta probabilità la questione slitterà a settembre, con auspicio delle aziende di distribuzione della corrente elettrica, alle quali l’obbligo Renzi non ha giovato.