Il cashback è ormai finito da un pezzo, ma oltre la data dei pagamenti c’è un’altra domanda molto calda: cosa è successo ai furbetti?
Proclami, promesse e un grosso punto interrogativo finale. La domanda è semplice e diretta: che fine hanno fatto, alla fine, i furbetti del cashback? A oggi, ufficialmente, non vi sono notizie. Nonostante le varie rassicurazioni del governo, non ci sono aggiornamenti formali a proposito di chi ha preso d’assalto i distributori di carburante per rifornimenti a singhiozzo o di chi ha abusato con le micro-transazioni anche di 20 centesimi. Così come non è nota la percentuale di trasgressori e di coloro che sono stati puniti severamente.
Risultato finale? Tutti questi, probabilmente, l’hanno passata liscia alla fine. O in alternativa, se proprio vi sono stati provvedimenti, di sicuro non in larga scala per tutti coloro che hanno davvero abusato del sistema. Una beffa non solo per lo Stato che ha così avallato e autorizzato una truffa nei proprio confronti, ma soprattutto nei riguardi di tutti coloro che hanno operato in maniera trasparente e alla fine si sono ritrovati tra le mani solo un piccolo bonus da 150 euro.
Leggi anche: Monete rare, hai usato un 2€ così? Hai perso un tesoretto
Insomma: l’onestà non ha premiato, mentre la furbizia – e ‘l’illegalità’ – sì. Tanto che anche chi ha agito in maniera lecita alla fine, nella stretta, si è visto costretto ad andare avanti di piccole transazioni anche da 1 euro per tenere botta. Cadute nel vuoto anche le segnalazioni e le proteste degli esercenti nei confronti dei furbetti: tutto questo, alla fine, è servito solo a sospendere il secondo semestre e – si spera – a cambiare le regole per un secondo datata adesso direttamente 2022.