La crescita dei contagi nella regione ha spinto il comitato tecnico scientifico a pubblicare un documento in cui viene stabilita la suddivisione dell’isola in quattro fasce di rischio
La decisione sulla Sicilia alla fine è arrivata. Alla luce dei nuovi dati sui contagi, il Comitato tecnico Scientifico alla fine ha stabilito di dividere l’isola in quattro fasce di rischio. Una classificazione che terrà conto sia dell’andamento della curva epidemiologica, che della percentuale di persone vaccinate nelle varie zone della regione. Nella nota inoltre, il Cts continua ad insistere sulla necessità di proseguire con le campagne di vaccinazioni, l’unico modo per evitare di far finire nuovamente la nazione dentro nuove misure restrittive. Nel documento pubblicato dal team di esperti al servizio del governo, si legge anche come “la progressiva estensione della campagna vaccinale ha determinato una riduzione dell’ospedalizzazione, sebbene in uno scenario di diffusione crescente dei contagi. Inoltre, la Sicilia attualmente è tra le regioni con casistica giornaliera e tassi di incidenza settimanale più alti (ad oggi supera i 95 casi su centomila abitanti) sebbene permanga nella fascia più a basso rischio con riferimento all’occupazione dei posti letto”. Viene in seguito anche precisato che al momento, la maggioranza dei contagi delle ultime settimane, riguarda la fascia di popolazione più giovane, la più incline a spostarsi e ad avere rapporti interpersonali. A questo naturalmente, va anche aggiunto il fatto, si tratta anche di quella che registra al momento i più bassi livelli di copertura vaccinale.
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Anche per questo, l’importanza di aumentare il prima possibile l’estensione della campagna vaccinale deve essere il vero obiettivo dell’esecutivo da qui ai prossimi mesi. Continua intanto a tenere banco all’interno del governo la questione inerente il Green Pass che diventerà obbligatorio a partire dal 6 Agosto 2021. Restano da definire ancora molte questioni. Non è ancora chiaro ad esempio se sarà obbligatorio da mostrare anche all’interno dei luoghi di lavoro e in tal senso, il premier Draghi ha di recente incontrato i sindacati proprio per discutere di questa possibilità.