Una decisione definitiva irrevocabile da parte del sottosegretaria a seguito elle polemiche per l’assunzione del figlio da parte di Leonardo
Dopo qualche giorno di polemiche e pressioni, alla fine Tabacci, sottosegretario alla presidenza del Consiglio ha deciso di rinunciare e lasciare sul tavolo di Draghi la delega allo spazio e all’Aerospazio. Una scelta per certi versi obbligata dopo le polemiche sorte a seguito dell’assunzione del figlio Simone nell’azienda Leonardo. Tabacci nelle sue prime dichiarazioni ha spiegato ai giornalisti che la sua decisione è irrevocabile nonostante Draghi a seguito di questo scandalo abbia più volte manifestato fiducia nei suoi confronti, come si legge nella nota pubblicata da Palazzo Chigi. Righe in cui viene spiegato come la scelta del sottosegretario sia stata fatta in autonomia e in disaccordo con il premier che l’aveva invece invitato a proseguire nel lavoro di delegato al coordinamento della politica economica e alla programmazione degli investimenti pubblici di interesse nazionale e di segretario del Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile (CIPESS)”. L’assunzione del figlio di Tabacci presso Leonardo è avvenuta nel mese di luglio, e sono stati in molti a protestare contro la notizia, paventando un possibile conflitto di interesse che non metteva il politico nella condizione di svolgere con imparzialità il ruolo istituzionale che gli era stato assegnato. Una situazione che subito la sua assunzione, aveva spinto Simone Tabacci a dichiarare che “nello svolgimento delle mie funzioni presso Leonardo, naturalmente, mi asterrò dal partecipare a qualsiasi attività connessa alle materie concernenti la delega di governo attribuita a mio padre, relativa allo Spazio e al Dipe”.
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Anche Leonardo, quando sono scoppiate le prime polemiche, ha dichiarato che l’assunzione del figlio di Tabacci è arrivata a seguito di un processo di recruiting tradizionale, e non era state fatte in merito preferenza di alcun tipo rispetto agli altri candidati. L’azienda sostiene dunque che l’uomo sia stato assunto esclusivamente per i suoi meriti personali.