Ennesima tragedia sul lavoro in provincia di Bergamo dove un uomo di 36 anni ha perso la vita mentre lavorava. Arrivano inoltre importanti novità sulla morte di Laila El Harim, una donna rimasta schiacciata da un macchinario nell’azienda in cui lavorava
Questa volta, è toccato alla zona del bergamasco divenire il teatro di una nuova tragedia consumato sul luogo di lavoro. In un’azienda nel paese di San Paolo d’Argon, che si trova in provincia di Bergamo, un uomo di 36 anni è morto dopo essere precipitato da un’altezza di circa otto metri. Lavorava alla Toora Casting, un’impresa specializzata nella produzione di componenti d’alluminio. Immediato l’intervento dei soccorsi e delle forze dell’ordine sul luogo, anche se purtroppo per l’operaio non c’era più nulla da fare. Spetterà adesso alla magistratura indagare sulla sua morte per capire se ci troviamo di fronte all’ennesimo caso di morte bianca, causato dall’incuria umano. Al momento, va precisato, non vi sono elementi per stabilirlo, o anche fare ipotesi in merito.
Morte sul lavoro, novità sul caso Harim: non era stata formata per utilizzare il macchinario che l’ha uccisa
Intanto, sono arrivate delle novità sulla morte di Laila El Harim, una donna di 40 anni morta mentre lavorava nell’azienda Bombonette in provincia di Modena. Era rimasta incastrata in una fustellatrice a cui era stato rimosso manualmente il blocco automatico di sicurezza, e questo è anche il motivo per cui quasi subito i pm hanno deciso di iscrivere il rappresentante legale dell’impresa nel registro degli indagati.
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Ma non solo, perché adesso la procura ha scoperto che la donna non era nemmeno stata formata per poter utilizzare quel macchinario. Un’indiscrezione riportata dall’Ansa che se confermata, aggraverebbe molto la situazione dei titolari dell’impresa. La donna lascia un compagno e un figlio di quattro anni. I funerali si terranno nella giornata di oggi.
