Il Garante della Privacy ha risposto a un quesito posto dalla Regione Piemonte riguardo le persone che, in fase di controllo del Green Pass, sono autorizzate a chiedere anche un documento d’identità
Rifacendosi al dpcm del 17 giugno 2021, il Garante della Privacy, con un comunicato stampa pubblicato lo scorso 10 agosto, ha ribadito, rispondendo a un quesito posto dalla Regione Piemonte, che i titolari delle strutture ricettive, quindi per esempio degli alberghi e dei pubblici esercizi, possono richiedere di controllare un documento d’identità insieme al Green pass.
L’Autorità si rifà quindi a quanto indicato dall’articolo 13 del Dpcm, in cui sono elencati anche i gestori dei bar e dei ristoranti. I dubbi espressi dalla Regione Piemonte sono stati quindi chiariti. Alla nota pubblicata sul sito ufficiale del Garante per la Privacy si aggiunge ora la circolare del Viminale che chiarisce come i gestori dei bar e dei ristoranti devono comportarsi.
Quindi, chi può chiedere il documento d’identità quando esibiamo il Green pass?
Questa domanda ha fatto avanti e indietro tra cittadini, governo e rappresentanti delle categorie coinvolte. A forza di palleggiare, si è detto forse un po’ di tutto. E per questo che è interessante notare come il Garante della Privacy abbia risposto a un quesito posto dalla Regione Piemonte che chiedeva, per l’appunto, chiarimenti sulla attività di verifica e di identificazione legata alla presentazione del Green Pass in un bar oppure in un ristorante. E la risposta dell’Autorità si è semplicemente rifatta alla normativa attualmente vigente.
Nello specifico, all’articolo 13 del dpcm del 17 giugno 2021 e nella risposta inviata alle autorità regionali si legge: “E’ consentito il trattamento dei dati personali consistente nella verifica, da parte dei soggetti di cui all’art. 13, c.2, dell’identità dell’intestatario della certificazione verde, mediante richiesta di esibizione di un documento di identità.”
A questa indicazione si aggiunge ora la circolare appena diffusa dal Viminale, in cui si sottolinea ulteriormente che i gestori dei bar e dei ristoranti hanno la possibilità di chiedere il documento d’identità nel momento in cui verificano il Green Pass.
La circolare chiarisce che non si tratta di un obbligo, ma di qualcosa che va fatto nel caso in cui i dati presenti sul Green Pass e la persona che ci si trova davanti presentino nette discrepanze, oppure nel caso in cui sia evidente che il Green Pass che viene presentato non è autentico.
E nel caso in cui un cliente, per esempio di un bar, ad un altro controllo risulti poi in possesso di un Green Pass falso, la sanzione ricade soltanto su chi ha presentato la certificazione, a meno che non ci sia stata da parte di chi ha controllato la volontà di ammettere l’utente nonostante l’indicazione di Green pass non valido.
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A questo link il comunicato stampa del Garante