Continua la stretta da parte del governo per abbattere l’evasione fiscale. Ecco cosa rischiano gli esercenti che non utilizzano ancora il Pos
Continua senza sosta anche in questo mese di agosto la lotta all’evasione fiscale da parte del governo Draghi, che si rivolge non solo ai privati ma anche alle attività commerciali. In particolar modo l’attenzione è rivolta ai pagamenti con Pos, strumento efficace che può portare alla riduzione drastica dell’utilizzo del contante. In attesa del ritorno di misure incentivanti come il cashback, adesso c’è da stringere i tempi.
E non mollare la presa nemmeno in queste settimane di ferie e vacanze. Infatti l’obiettivo dell’esecutivo rimane quello di avere entro il mese di settembre a disposizione tutti gli strumenti di controllo capaci di rilevare i movimenti strani dei cosiddetti “furbetti” e stanare uno dei fenomeni critici come quello dell’evasione.
Come detto lo strumento principale per arrivare all’obiettivo resta quello dell’eliminazione della circolazione del contante. Intanto nel corso di questa settimana il governo dovrebbe ricevere i primi 25 miliardi del Recovery fund, e per questo motivo non ci si può far trovare impreparati dall’Europa.
Pagamenti con i Pos: cosa rischia chi non lo utilizza
La stretta che porta alla riduzione dell’evasione fiscale conduce inevitabilmente all’utilizzo del Pos da parte dei titolari di attività commerciali. Ma anche in generale a tutti coloro che sono obbligati per legge ad usare lo strumento di pagamento tracciabile. Nonostante l’obbligo di utilizzo sia scattato nel 2014 con il governo Monti, ad oggi non ci sono stati tanti controlli. Ma la situazione adesso è cambiata.
E l’esecutivo non intende più tollerare mancanze o atteggiamenti negligenti da parte degli esercenti. Quindi massima attenzione perché in arrivo potrebbero esserci delle multe salate. L’obiettivo di ridurre l’evasione del 15% rispetto al 2019 è stato fissato, e le sanzioni a questo punto appaiono come minaccia concreta.
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Tante le reazioni da parte dei rappresentanti delle categorie professionali che non hanno preso bene questa direzione intrapresa dal governo. Anche se davvero conviene non rischiare sanzioni che si preannunciano anche molto salate.