“Siamo ad un passo dall’epidemia”, Save The Children denuncia i disagi e le scarse condizioni igieniche degli sfollati in Afghanistan

Una buona parte della popolazione è costretta a bere acqua da contenitori sporchi e far lavorare i figli più piccoli per continuare a mantenere la famiglia

afghanistan bambini
(pixabay)

L’inasprimento delle violenze in Afghanistan ha costretto migliaia di famiglie a fuggire dai propri luoghi d’origine per rifugiarsi a Kabul. Ma le condizioni dei campi di accoglienza sono precarie e prive dei servizi minimi di igiene. Save the Children, in un comunicato del 13 agosto, stima che sono 72.000 i bambini approdati nella capitale afgana. Molti di loro vivono in strada o in tende sistemate alla meglio, e soffrono la fame.

La popolazione civile di Kabul tenta di supportare la difficile condizione degli sfollati come può. Vengono fornite coperte e generi alimentari, ma non è abbastanza. Le famiglie sono costrette a espletare i propri bisogni fisiologici all’aperto, in prossimità dei luoghi in cui dormono. Le associazioni, in primis Save the Children, esprimono il timore di un’epidemia causata dalle assenti condizioni igieniche, malnutrizione e difficoltà a reperire medicinali.

Non si sa per quanto tempo l’ondata di violenza verrà perpetrata, per cui è necessario garantire ai rifugiati delle condizioni di vita migliori. Tutte le famiglie sfollate hanno contratto debiti per mettersi in salvo, e sono costrette a razionare il cibo e mandare i propri figli a lavorare per sostentarsi.

“Cominceremo molto presto a vedere bambini che soffrono la fame o addirittura scivolare nella malnutrizione. La gente sta bevendo acqua da contenitori sporchi ed è costretta a vivere in condizioni non igieniche. Siamo a un passo da un’epidemia“, ha detto Christopher Nyamandi, Direttore di Save the Children in Afghanistan.

La situazione è molto grave, e il supporto interno non è più sufficiente. Il resto del mondo deve intervenire per garantire alle vittime di questo conflitto di poter sopravvivere in maniera dignitosa.

Conclude Christopher Nyamandi: L’unica vera soluzione è la fine dei combattimenti e il raggiungimento di un accordo tra le parti in guerra. Ma fino a quel momento, dobbiamo sostenere i bambini e le loro famiglie che sono stati coinvolti in questo terribile conflitto”.

Leggi anche: 12enne aggredito e percosso, Unicef denuncia le violenze in corso in Afghanistan

Leggi anche: Amnesty International: in Nigeria le forze dell’ordine hanno ucciso 115 cittadini in 4 mesi

A questo link il comunicato di Save the Children

Gestione cookie