Con l’avvento dell’amministrazione Biden, i flussi migratori dal Messico hanno ripreso a crescere. E negli Usa, si ritorna a parlare di emergenza migratoria
Un operazione storica contro la migrazione illegale quella portata avanti dagli Stati Uniti al confine con il Messico. Sono gli stessi media americani infatti a riferire di come le forze di polizie si siano ritrovate a respingere un numero “senza precedenti” di persone che stavano tentando di fare il loro ingresso nel paese. La situazione d’altronde è fuori controllo ben prima dell’avvento di Trump e di una politica molto dura nei confronti di chi migra, che ha messo l’America al centro di numerose questioni su possibili violazioni dei diritti civili di chi veniva fermati e imprigionato al confine. Alejandro Mayorkas, a capo del dipartimento per la sicurezza interna su territorio americano ha affermato che “stiamo incontrando un numero senza precedenti di migranti… sul nostro confine meridionale. La situazione al confine è una delle sfide più difficili che dobbiamo affrontare”. Se all’inizio della pandemia di coronavirus, che continua a tenere sotto scacco il mondo intero, i flussi migratori al confine tra Messico e Usa erano diminuiti in modo consistente, da quando si è insediato il nuovo presidente Joe Biden, che ha promesso sul tema una politica molto più umana di quella portata avanti dal suo predecessore, i numeri sono nuovamente schizzati verso l’altro.
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Le autorità di frontiera americane, hanno di recente diffuso alcuni nuovi dati che parlano ad esempio di un aumento del 24 per cento, rispetto al mese di luglio, dell’entrata illegale nel paese di minori non accompagnati. Numeri che testimoniano il riacutizzarsi di un’emergenza che per neo-eletto presidente Usa non sarà affatto semplice da gestire.