Arriva da Consumerismo No profit l’allarme riguardo i costi che gli utenti devono sobbarcarsi per avere una carta di credito o un bancomat. Costi che sono cresciuti nell’ultimo biennio dell’8,5%
Nell’ultimo biennio, i costi legati alla gestione di una carta di credito di un bancomat sono cresciuti dell’8,5%. Questo è l’allarme lanciato da Consumerismo No profit.
L’analisi dell’associazione prende spunto dal cosiddetto “Piano Cashless” con cui il Governo sta cercando di spingere sui pagamenti digitali riducendo l’utilizzo del contante. Se però i sistemi di pagamento tracciabili, come il bancomat per esempio, sono buoni per combattere l’evasione, è anche vero che gli utenti si trovano a dover pagare anche fino a 85 euro l’anno per possedere il bancomat o una carta di credito.
Carte di credito e bancomat, tutti i costi nascosti
Avere un bancomat a portata di mano sembra una comodità soprattutto quando l’istituto bancario che lo propone pubblicizza costi di gestione pari a zero. Soltanto che, fa notare anche Consumerismo No profit, questi costi di gestione pari a zero valgono per un periodo di tempo limitato e quando cominciano ad esserci effettivamente finiscono poi con aumentare di anno in anno.
L’associazione fa notare anche come ai costi di gestione si aggiungono poi quelli di emissione della carta e anche le percentuali che vengono applicate come commissioni se si fa un prelievo con una carta di credito. L’utente finale è costretto poi a pagare anche nel caso in cui la carta venga smarrita e abbia bisogno di un duplicato. I costi se invece di avere un bancomat classico si sceglie una carta prepagata e va ricaricata, le commissioni sul cambio valuta se si paga all’estero. Questa la situazione per le carte di credito ma per quello che riguarda i bancomat non va meglio.
Anche per chi sceglie il bancomat rispetto alla carta di credito, Consumerismo No profit ha fatto due conti rivelando che il canone può arrivare a 45 euro, con in più i costi eventualeidi un prelievo fatto presso lo sportello di una banca diversa da quella dove si ha il conto.
Leggi anche: Richiamo alimentare, allarme ossido di etilene in prodotti per bambini
Leggi anche: Cashback, niente 150€ senza questo messaggio
In buona sostanza, questa la preoccupazione dell’associazione, quello che doveva essere un incentivo a far venire a galla i pagamenti in nero rischia di trasformarsi in una stangata che va a colpire di nuovo i consumatori che si trovano con costi di gestione crescenti. Come dichiarato da Luigi Gabriele, presidente di Consumerismo No profit, quello che servirebbe adesso è che Bankitalia e il Ministero dell’Economia intervenissero “per creare una infrastruttura che abbatta le commissioni interbancarie sui pagamenti elettronici, e azzeri balzelli e costi assurdi applicati dalle banche su carte di credito e bancomat“.