Un bilancio che a fine anno rischia di essere ancora più drammatico
Come si può stabilire il costo delle perdite di risorse naturali ed umane? Le compagnie assicuratrici lo fanno per mestiere. La Swiss Re ha dichiarato che nel primo semestre del 2021 le catastrofi naturali hanno comportato una perdita economica al livello globale di 77 miliardi di dollari. La compagnia continua le sue stime calcolando che dei 77 miliardi 74 sono imputabili direttamente a cause naturali, e 3 al fattore umano.
Riesce difficile stendere una linea di separazione così netta. Se per catastrofi naturali si intende alluvioni, incendi, tsunami etc., è ampiamente dimostrato che anche se l’uomo non accende in prima persona il pulsante del disastro naturale, la propria attività ne è causa a tutti gli effetti. Le perdite calcolate nel primo semestre sono inferiori alle stime annuali degli ultimi 10 anni, ma, al contempo, la compagnia assicuratrice ha già avvertito che si è notevolmente superato il limite di risarcimento danni alle vittime, che si attesta a 40 miliardi. A peggiorare la situazione, è proprio una nota della Swiss Re, in cui viene chiarito che il primo semestre di ogni anno non è rappresentativo dell’intera annualità, in quanto generalmente le catastrofi maggiori si registrano nel terzo trimestre dell’anno. Già oltre 4.500 persone hanno perso la vita nel corso di eventi catastrofici.
E le alluvioni in Germania, i fuochi in Europa e Siberia ne sono dimostrazione tangibile. Purtroppo, osservando gli eventi dell’estate 2021, si può prevedere che i 77 miliardi verranno più che raddoppiati alla fine dell’anno. Sempre che il costo economico di vite umane possa essere considerato un dato significativo.
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