Dal 6 agosto il Green pass è obbligatorio per i locali al chiuso. In caso di irregolarità, la contestazione è sia penale che pecuniaria
Il Green Pass è diventato un passaporto necessario per molte attività. Dal 6 agosto 2021, per frequentare palestre, locali al chiuso, teatri e cinema, è diventato obbligatorio esibire la carta verde.
Da numerosi controlli delle forze dell’ordine sono emerse irregolarità, con l’avvio di numerosi procedimenti penali e civili. La penalizzazione per chi non possiede il Green Pass, o per chi ne esibisce uno falso, si rifà a due articoli del codice civile.
L’articolo 650 recita: “Chiunque non osserva un provvedimento legalmente dato dall’autorità per ragione di giustizia o di sicurezza pubblica o d’ordine pubblico o d’igiene è punito, se il fatto non costituisce un più grave reato, con l’arresto fino a tre mesi e con l’ammenda”.
L’articolo 482 del codice penale può essere utilizzato come aggravante di reato di “epidemia colposa”. In pratica, la legislazione sul Green Pass è ancora lontana dall’avere una propria definizione organica. Sono state emanate infatti delle circolari ministeriali, non sempre chiare a tutti.
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Green Pass, il corto circuito legislativo
L’avvocato Guido Pascucci, che si sta occupando dei ricorsi in vece di esercenti e clienti sottoposti a procedimenti penali, si era occupato già in precedenza delle multe sotto il lockdown.
Afferma l’avvocato: “La Procura della Repubblica è già sommersa di procedimenti ed è stata ulteriormente invasa da migliaia di fascicoli che non hanno di fatto disciplina. Il 6-7 agosto, con l’entrata in vigore dell’obbligo, non c’era la normativa, il 12 è arrivata con una circolare del ministero, significa modificare le regole del gioco nel giro di pochi giorni, ma multe e denunce non si fermano”.
Pascucci riporta in particolare il caso di un esercente, multato e contro il quale è stato aperto un fascicolo penale, che aveva accettato un Green Pass (rivelatosi in seguito falso), in cui il sesso e l’età della ragazza potevano essere compatibili. Si ricorda che la licenza di richiedere il documento di identità per verificare il Green Pass è stata introdotta numerosi giorni dopo.
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Conclude Pascucci: “Siamo ancora alla preistoria delle normative, e magari tra qualche anno questa tipologia di reati neppure esisterà più, ma avremo ancora persone con procedimenti aperti: in quel caso cosa si farà?”