Il famigerato virus informatico ransomware Lockbit 2.0 ha colpito anche Accenture, famosa società multinazionale di consulenze. Non c’è scampo per nessuno
Il pericoloso Lockbit 2.0 è stato utilizzato per un attacco contro la multinazionale Accenture sottraendo e pubblicando online, questa la dichiarazione dei criminali, 63 terabyte di dati sensibili dei clienti.
Verrebbe quasi da dire mal comune mezzo gaudio perché la società di consulenze si trova in buona compagnia tra le società in Italia che sono state colpite da questo stesso virus informatico. Prima di Accenture, infatti, Lockbit 2.0 ha colpito Erg, Acquazzurra Firenze e molte altre società con sede in Italia. E sarebbe anche stato usato nell’ormai famoso attacco alla Regione Lazio.
L’aspetto più inquietante, e che spiega il diffondersi degli attacchi tramite Lockbit 2.0, è che si tratta di un ransomware che sfrutta un modello diverso da quelli visti finora. Un modello fin troppo facile.
Probabilmente, dobbiamo dare in parte la colpa ai film e alle serie TV se ci siamo fatti questa idea un po’ romanzata degli hacker che vivono nei sottoscala scrivendo montagne di righe di codice e cercando di portare avanti a volte i loro loschi piani a volte vendette modello Robin Hood.
Ma con il ransomware Lockbit 2.0, tecnicamente chiunque può trasformarsi in un hacker e tentare l’assalto alla diligenza. Questo virus informatico, infatti, è disponibile anche a persone che non sono particolarmente brave con le tecnologie digitali: basta registrarsi per poter affittare il prodotto e utilizzarlo per i propri scopi. Esattamente, per esempio, come succede con i principali prodotti di grafica che hanno sviluppato degli abbonamenti che dovrebbero rendere la vita più facile a chi li utilizza.
Con questo stesso sistema, con una sorta di abbonamento, è possibile trasformarsi in hacker. Inutile dire che non basta noleggiare un ransomware per portare a termine un attacco e poi non essere scoperti. Esattamente come non basta noleggiare una Ferrari per una giornata per essere un miliardario.
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E secondo alcune ricostruzioni, dietro Lockbit 2.0 ci sarebbe un giovane criminale russo di vent’anni responsabile anche del furto delle credenziali che ha poi permesso a Ransomeex di mettere in ginocchio qualche giorno fa la Regione Lazio.