Amatrice, Legnini (Commissario per la Ricostruzione): “Importante non perdere il ritmo”

Il Commissario per la Ricostruzione Legnini ha parlato con i giornalisti dello stato attuale dei lavori per la ricostruzione di Amatrice

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Sono passati cinque anni da uno dei terremoti più violenti che ha colpito il territorio italiano negli ultimi vent’anni. Un dramma che ad Amatrice nessuno può dimenticare, anche perchè al momento restano soltanto le macerie e una politica come sempre inadeguata alle reali esigenze del paese, in grado di riempire sull’onda del momento i cittadini di Amatrice di promesse che tali purtroppo sono restate. E di quanto sia ancora difficile il processo di ricostruzione nel paese ne ha parlato il commissario per la ricostruzione Giovanni Legnini, che a giorni riceverà il Presidente del Consiglio Mario Draghi, in visita nel paese in occasione della giornata di commemorazione delle vittime. Legnini ha in primo luogo spiegato quanto ancora ci sia da fare per riportare la normalità nel paese, con oltre 200 cantieri aperti e che sembrano ancora lontani dalla loro conclusione. Per Legnini però, sbaglia chi pensa che in questi cinque anni nulla sia stato fatto dalla politica: “Nell’intero cratere sono 5 mila i cantieri aperti, per 13 mila abitazioni. Altri 5 mila edifici sono stati ultimati per 12 mila unità residenziali completate. Le domande presentate sono più di 20 mila. Oltre 10 mila sono i decreti di concessione del contributo emanati, dei quali la metà nell’ultimo anno, con ritmo via via in aumento. E sono 3.300 i decreti di approvazione dei primi sei mesi del 2021, durante i quali sono stati completati 1.100 cantieri”. Senza dimenticare le risorse che stanno per arrivare dal Piano nazionale di resilienza varato del governo per una cifra che dovrebbe attestarsi intorno al miliardo e mezzo.

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L’unica cosa davvero importante, ha spiegato il commissario per la ricostruzione, è non perdere il ritmo acquisito in questi anni nel portare avanti i lavori. Un passaggio essenziale per permettersi ad Amatrice di risollevarsi non solo dal punto di vista economico, ma anche da quello sociale.

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