Delle 54 persone a bordo, solo 7 sono sopravvissute
Il 3 agosto 2021 un’imbarcazione è partita dalla costa atlantica del Nord Africa, diretta verso le isole Canarie. A bordo, 54 persone, tra cui 3 bambini. Dopo due giorni di viaggio un guasto al motore ha bloccato il battello in mezzo al mare, dove vi è rimasto per oltre 10 giorni prima che si compiessero le operazioni di salvataggio.
Quando la guardia costiera della Mauritania ha localizzato l’imbarcazione era ormai il 16 agosto. I soccorritori, accostata la nave, hanno trovato solo 7 sopravvissuti. I 10 giorni bloccati in mare senza cibo nè acqua sono costati la vita a 47 persone.
L’Organizzazione Internazionale per le migrazioni ha voluto raccontare questa storia in un comunicato del 18 agosto, sottolineando al contempo che l’unica strada per prevenire ulteriori scenari drammatici in mare è aumentare i sostegni alle organizzazioni di salvataggio e fornire rotte sicure per i rifugiati.
L’ennesima ricerca della salvezza è diventata tragedia non solamente per coloro che hanno perso la vita. Il capo missione dell’OIM in Mauritania, Boubacar Seybou, ha detto che l’Organizzazione è preoccupata dal fatto che molte persone soccorse in mare finiscano in detenzione amministrativa.
“In conformità con le raccomandazioni del Global Compact sulle Migrazioni, devono essere disponibili alternative anche per i sopravvissuti, che hanno già subito pesanti traumi medici e psicosociali”, ha dichiarato Seybou.
Questa drammatica vicenda si somma al numero crescente di morti in mare, che da inizio anno sono oltre 350, solo sulla rotta dal Nord Africa alla Spagna. La necessità principale è di garantire maggior sicurezza in mare e alternative alla detenzione per i sopravvissuti. L’OIM e l’UNHCR sollecitano le comunità internazionali a supportare gli sforzi delle organizzazioni umanitarie.
Conclude Seybou: “Stiamo lavorando a stretto contatto con le autorità per accelerare l’attuazione di nuove misure di assistenza e protezione, e per rafforzare la lotta contro i trafficanti e le reti di trafficanti“.
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A questo link il comunicato IOM