Il futuro è sempre più vicino, dopo la lattuga spaziale sulla Stazione Internazionale arriveranno i peperoncini
Sulla Stazione Spaziale Internazionale stanno portando avanti un esperimento per dimostrare che è possibile coltivare ortaggi fuori dall’ambiente terrestre. Il primo ortaggio ad essere cresciuto sulla Stazione Spaziale è stata una lattuga romana rossa. La lattuga è cresciuta nel lontano 2015.
Il progetto con gli Advanced Plant Habitat va infatti avanti da diversi anni e si sta dimostrando importante non soltanto per il nostro futuro su un eventuale esopianeta ma per affrontare anche il problema di avere colture in grado di resistere ai cambiamenti climatici.
Riuscire a far crescere delle piante in un ambiente com’è quello della Stazione Spaziale è quindi un modo per capire come sfruttare al meglio risorse ambientali limitate per ottenere però lo stesso risultato. La lattuga spaziale che verrà poi seguita dai peperoncini marziani serve poi chiaramente anche per vedere se è come sarà possibile alimentare in modo sostenibile eventuali colonie sulla Luna.
Ma perché sono stati scelti i peperoncini per questo secondo esperimento? È stata scelta una varietà specifica di peperoncini, quella Hatch, molto saporita e molto ricca di vitamina C con però un tempo di germinazione piuttosto lungo. Le piante di peperoncini, poi, hanno tutte bisogno di condizioni ambientali specifiche per poter crescere e produrre i peperoncini.
Si tratta quindi di un esperimento che alza decisamente l’asticella del programma portato avanti dalla NASA con le camere di coltura. Se i peperoncini risulteranno commestibili, una parte verrà consumata dagli astronauti mentre gli altri verranno rimandati sulla Terra per essere studiati e messi a confronto con gli stessi peperoncini cresciuti sulla Terra per analizzarne l’eventuale differenza a livello organolettico e di composizione.
E, in realtà, le tecnologie sviluppate nello spazio vengono per esempio già utilizzate in Canada dove a Nunavut, nord del Canada e quindi a ridosso del Polo Nord, c’è un container in cui è stata costituita una serra idroponica, con il contributo anche dell’Agenzia Spaziale canadese. In questa serra idroponica si riescono a produrre vegetali per tutto l’anno anche quando, a causa della posizione del Canada, le condizioni climatiche di illuminazione sono impossibili da sopportare all’esterno. Il sistema utilizzato sulla Stazione Spaziale e anche a Nunavut permette inoltre di vedere come è possibile utilizzare l’energia in maniera intelligente con una illuminazione led che, grazie a una serie di sensori, riesce a illuminare solo la materia vegetale che ne ha bisogno.
Con la crisi climatica globale i cui effetti cominciamo a sperimentare, riuscire a vivere coltivando ortaggi in condizioni sempre più estreme può essere un buon modo per sopravvivere. Senza per questo abbandonare l’idea di mitigare il nostro impatto in termini di consumo sul pianeta.
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