C’è il progetto di un contingentamento degli accessi per l’estate 2022, ma gli esperti avvertono che se l’area non verrà adeguatamente monitorata, le specie presenti potrebbero risentirne
L’isola di La Maddalena, al largo delle coste sarde, è uno dei luoghi più gettonati delle estati italiane, per le sue peculiarità naturalistiche e per la bellezza del panorama marittimo. La vicinanza con la Costa Smeralda rende l’isola facile approdo di numerose navi e yacht privati, che finiscono per affollare oltremodo il parco naturale marittimo. La denuncia è arrivata tramite un video virale, raccolto dalla testata l’Unione Sarda che a sua volta lo ha postato su Twitter, ricevendo centinaia di commenti, sia negativi che positivi.
Ciò che sgomenta nel video, è vedere l’afflusso di centinaia di barche, ormeggiate a poche decine di metri l’una dall’altra. Il video risale ad agosto 2021, ma non è storia nuova. Nel 2019 la popolazione dell’isola aveva scritto al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ed all’ex Ministro dell’Ambiente Sergio Costa, per chiedere un intervento istituzionale all’eccessiva presenza di natanti. La risposta è stata nulla. Il Parco nazionale de La Maddalena non è un’area marina protetta; comprende più di 15mila ettari di mare, di cui solo 10 ettari sono a protezione integrale, identificati con la sigla MA. Nelle aree MA è vietata la navigazione, l’accesso, la sosta e l’ancoraggio. Ma non tutta la zona è soggetta a restrizioni, di conseguenza non esiste un contingentamento degli afflussi.
Il noto geomorfologo Matteo Vacchi, intervistato da “Il Fatto Quotidiano” spiega: “L’area è in grandissima sofferenza, è oggetto di forti erosioni. Le spiagge si sono conservate nei millenni perché al riparo dal moto ondoso, ma l’idrodinamismo anomalo creato dal forte flusso di natanti è un problema per il loro mantenimento“.