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Ex operai Texprint, gli attivisti costretti a lasciare il presidio davanti al Comune

Il primo cittadino di Prato non sembra aver gradito la protesta degli ex lavoratori della stamperia

Foto (Screenshot Mediaset Play)

Alla fine, lo sgombero è arrivato.

Nella giornata del 4 Settembre 2021, gli ex operai di Texprint, che da mesi protestano a Prato contro le inumane condizioni di lavoro che hanno scontato per anni all’interno dell’azienda a conduzione cinese, hanno dovuto abbandonare la piccola postazione che si erano costruiti davanti al Comune. Da alcune settimane infatti, con l’aiuto del sindacato di SiCobas, avevano deciso di spostare la loro protesta nel cuore della città, davanti al comune di Prato, per attirare l’attenzione del sindaco. Il primo cittadino però non ha gradito il gesto, e dopo poche ore dal presidio, alcuni poliziotti del reparto mobile della città sono intervenuti sul luogo per intimare agli ex operai di andarsene. SiCobas ha denunciato l’atteggiamento aggressivo delle forze dell’ordine, che a quanto raccontano gli attivisti, li hanno costretti a recarsi in questura “scalzi”.

Vi sono anche stati alcuni arresti con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale per tre manifestanti che, da quanto si apprende, saranno adesso processati per direttissima. Poche ore prima, gli ex operai della Texprint avevano ricevuto il sostegno del famoso rapper Willy il Peyote che si era recato sul luogo per manifestare solidarietà. Nello specifico queste persone, piazzandosi davanti alla sede dell’amministrazione comunale, intendevano sollecitare il sindaco affinché avviasse nuovi interventi da parte dell’ispettorato del lavoro, ma la risposta, quantomeno quella raccontata dagli attivisti da parte del comune, è stata semplicemente vergognosa: “Avevamo chiesto alla prefettura di convocare un tavolo con enti locali e Ispettorato del lavoro, ci hanno risposto che il tavolo sarebbe stato convocato a patto che noi togliessimo il presidio. Ci è parsa una proposta indecente perché dimostra che il problema non è la situazione degli operai Texprint, il problema è che qui si racconta una realtà di cui non si deve parlare”. 

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DMM Company