Anche i soldi presenti sulla Postepay possono essere a rischio pignoramento da parte dell’Agenzia delle Entrate. Ecco perché
L‘Agenzia delle Entrate controlla ogni conto corrente dei cittadini ma non solo: ad essere controllati anche i soldi sulla Postapay.
Il compito del Fisco è infatti quello di combattere l’evasione fiscale e, proprio per questo motivo, che ad essere controllati sono anche le nostre carte prepagate inclusa la Postepay. Da fine luglio, infatti, in caso di accertamento, il Fisco può pignorarli per regolarizzare i nostri arretrati fiscali.
Postepay, ecco come il Fisco può pignorare i soldi sulla carta
Quando i possessori di Postepay si sono recati in posta per sottoscrivere il contratto di utilizzo, hanno autorizzato a fornire Postepay a terzi. E’ proprio questo il motivo per cui l’Agenzia delle Entrate può controllare a distanza le operazioni di deposito e prelievo sulla carta di Poste Italiane.
Come detto, il compito del Fisco è quello di rintracciare denaro proveniente da utili non dichiarati, denaro che spesso viene versato sulle Postepay. Ovviamente altri controlli sulla nostra carta delle poste servono anche a prevenire la pirateria informatica.
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Il pignoramento sui risparmi sulla Postepay è dunque una facoltà dell’Agenzia delle Entrate. Quando il Fisco avvia una procedura di controlla non avvisa il contribuente che riceverà poi solo la notifica dell’accertamento. Per i controlli sulla Postepay il Fisco non richiede neanche di giustificare la movimentazione di entrata o uscita contestata.
Il pignoramento si ferma una volta sanata la posizione debitoria. Il contribuente, per tutelarsi, deve avviare un ricorso dinanzi al giudice. Ricordiamo che il pignoramento è valido anche sulle vecchie carte prepagate monouso che fossero ancora in circolazione.