Estromessi dal sistema di istruzione nonostante la legge ellenica ed europea dica il contrario
“La Grecia sta a tutti gli effetti escludendo dal sistema scolastico i bambini rifugiati e richiedenti asilo e sta negando loro il diritto all’istruzione“. Questa la denuncia arrivata oggi da Save the Children, l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini a rischio e garantire loro un futuro, e dal Greek Council for Refugees (GCR).
La pesante accusa che Save The Children rivolge al governo ellenico è riportata nel comunicato pubblicato dall’associazione per la difesa dei diritti dei bambini, dove viene spiegato che nonostante i milioni di euro di fondi ricevuti per finanziare il diritto all’istruzione dei minori, l’ultimo rapporto stilato da Save The Children e GCR rivela come meno del 15 per cento dei bambini che risiedono nei campi profughi stia realmente frequentando la scuola.
Esclusioni di forte matrice razziale considerando che “i bambini provenienti dall’Afghanistan e dall’Iraq sono quelli con il livello di istruzione più basso e più di un terzo di loro non ha mai frequentato la scuola”. Si chiede all’esecutivo greco e all’Unione Europea di fare il possibile per mettere fine a queste discriminazioni e permettere a tutti i minori rifugiati presenti nella nazione di poter aver accesso a percorsi educativi e di formazione. Anche perché sia la legge ellenica che quella europea prevede che i minori che arrivano in una delle nazioni dell’Unione vengano automaticamente iscritti al sistema di istruzione nazionale entro tre mesi dal loro arrivo. Una situazione che è oltretutto peggiorata dall’arrivo della pandemia: “Con la chiusura delle scuole e le lezioni a distanza, i bambini che vivevano nei campi di accoglienza o negli alloggi per rifugiati sono rimasti completamente esclusi. Il Wi-Fi e Internet nei campi sono inadeguati e gli studenti non dispongono di apparecchiature come tablet, laptop e neanche di smartphone”.
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A questo link, il comunicato ufficiale di Save The Children