Il governo Draghi sta valutando l’ipotesi di obbligo di fattura elettronica anche alle partite Iva in regime forfettario
Il governo Draghi sta pensando di rendere obbligatoria la fattura elettronica anche per le partite Iva forfettarie.
Fino ad ora, infatti, circa 1,5 milioni di partite Iva “a forfait” sono escluse dall’obbligo della fatturazione elettronica ma ben presto potrebbero essere presto inserite nella misura di successo per il contrasto dell’evasione fiscale.
Fattura elettronica, si va verso l’obbligo per i forfettari
Il governo potrebbe introdurre l’obbligo di fatturazione elettronica per i forfettari a partire dal 2022. Questa misura riguarderebbe i liberi professionisti con volume d’affari al di sotto della soglia dei 65.000 euro che godono di un regime agevolato.
Nel documento con le linee guida per la legge delega sulla riforma fiscale, prodotto dalle Commissioni Finanze di Camera e Senato, è prevista “la chiusura del perimetro dell’obbligo di fatturazione elettronica, estendendolo a tutti i soggetti attualmente esentati e l’esclusione di possibili eccezioni all’obbligo di memorizzazione elettronica e trasmissione telematica dei corrispettivi giornalieri”.
La proposta era stata già presentata lo scorso aprile in Parlamento, in vista della scadenza del 31 dicembre 2021 dell’autorizzazione per l’impiego della fatturazione digitale concessa dall’Unione europea, rimane legata all’approvazione di Bruxelles.
Inoltre, con il via libera per l’introduzione della fatturazione elettronica anche tra privati, il MEF sta lavorando inoltre a una richiesta di estensione fino al 2024.
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Nel 2018, quando venne adottata la misura dal governo Conte, ai forfettari fu data la possibilità dell’adesione facoltativa.
Ad essere esclusi dall’obbligo furono le associazioni e società sportive dilettantistiche che avevano conseguito proventi da attività commerciali per un importo non eccedente i 65mila euro e le operazioni sanitarie per una questione di privacy.