La Commissione sui lavori usuranti ha inserito 203 nuove categorie nella lista
La pensione anticipata, che negli ultimi 3 anni ha consentito a migliaia di lavoratori di ritirarsi dall’attività professionale con la Quota 100, a fine anno sarà soggetta a regole nuove. Non si sa cosa sostituirà la formula 63+38, ed il rischio è di tornare alla legge Fornero, che impone l’età pensionabile a 67 anni.
L’anno sta per terminare, e la riforma previdenziale proprio non accenna ad arrivare. Il governo Draghi ha dispensato Quota 100 eliminando anche le possibilità che venga sostituita da Quota 101. Le uniche indicazioni istituzionali certe sono che verrà dato maggior peso ai lavori gravosi ai fini della pensione anticipata. Il resto rimane avvolto nel mistero.
Nel 2018, sotto il governo Gentiloni, era stata istituita la Commissione sui lavori usuranti, al fine di riconoscere ufficialmente le mansioni gravose, che in quanto tali usufruiscono di diritti contrattuali e previdenziali speciali.
Ma la Commissione ha iniziato i lavori solo nella primavera 2021. Il riconoscimento del lavoro usurante consente di immettere nuove mansioni nell’Ape sociale, scivolo preferenziale per la pensione anticipata.
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I lavori usuranti a finalità pensionistica
L’obiettivo dell’Ape sociale, come si apprende dal quotidiano Repubblica, è quello di portare i lavoratori con mansioni gravose in pensione a 63 anni con 36 di contributi, tramite un’indennità ponte di 1.500 euro al mese come tetto massimo, in attesa dell’età pensionabile. Il requisito è di aver svolto mansioni usuranti riconosciute per sei anni negli ultimi sette o sette anni negli ultimi dieci.
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La Commissione ha ampliato la platea dei beneficiari. Sinora poche migliaia di persone hanno usufruito dell’Ape sociale. Sono stati immessi nella lista 203 nuovi lavori, tra cui conducenti di bus e tram, insegnanti delle elementari, portantini, forestali, magazzinieri, bidelli e macellai.