Potrebbero esserci delle importanti novità in arrivo, per quanto riguarda i lavori usuranti, nell’ambito della Riforma delle pensioni
Manca ormai sempre più poco tempo alla scadenza di Quota 100 che permette, ad oggi, di andare in pensione anticipatamente.
Allo scadere della misura, il 31 dicembre 2021, il governo Draghi dovrebbe già aver varato una nuova Riforma pensioni per evitare che si ritorni alla legge Fornero.
Riforma pensioni 2022 e lavori usuranti: le novità
Entro la fine di settembre, e dunque entro pochi giorni, dovrà essere presentata la Nota di aggiornamento al DEF, documento che fornirà il quadro delle risorse disponibili per l’eventuale estensione della pensione anticipata ad altre categorie di lavoratori.
In questa categoria di lavoratori dovrebbero rientrare i lavori gravosi o usuranti. A dimostrare che non tutti i lavori sono uguali sarà la Commissione istituzionale sui lavori gravosi che ha individuato le nuove 207 mansioni per le quali potrebbero aprirsi le porte dell’APE sociale nel 2022.
Il Ministro del Lavoro Orlando ha infatti sottolineato il fatto che non bisogna ripetere l’errore di trattare alla stesso modo situazioni profondamente diverse. Secondo il Ministro Quota 100 ha determinato forti disuguaglianze consentendo a lavoratori in condizioni molto differenti di andare in pensione allo stesso modo: 62 anni di età 38 anni di contributi versati.
In attesa che la Commissione istituzionale sui lavori gravosi renda nota la sua lista di lavoratori, si fa sempre più probabile l’ipotesi che con la riforma delle pensioni 2022 si estendano le possibilità di accesso all’APE sociale (l’Anticipo Pensionistico).
L’APE sociale potrebbe essere destinato, oltre ai lavoratori invalidi, caregiver o i disoccupati, anche ai lavoratori gravosi con almeno 36 anni di contributi. Per alcune categorie di lavoratori, come quelli dell’edilizia, potrebbe anche passare dai 36 richiesti ad oggi a 30 anni di contributi.
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I beneficiari, poi, hanno diritto ad un’indennità di accompagnamento alla pensione, riconosciuta fino al perfezionamento del requisito anagrafico richiesto per la pensione di vecchiaia.