Secondo l’associazione Antigone che si occupa dei diritti e delle garanzie di chi si trova in carcere, con il referendum lanciato lo scorso 11 settembre, che riguarda l’abrogazione di alcune parti della legge 309/90 sugli stupefacenti, potremmo finalmente affrontare il problema delle droghe
L’associazione riporta i dati relativi al numero di detenuti che si trovano in una struttura penitenziaria per crimini legati alle droghe. Si tratta del 35% del totale dei detenuti. C’è poi il 25% dei detenuti che ha ricevuto una diagnosi di tossicodipendenza.
E’ chiaro quindi che se un quarto dei detenuti soffre di una dipendenza da droghe occorre affrontare la questione prima che queste persone vedano l’interno di una cella. “La cannabis rappresenta ancora oggi la sostanza che porta più persone a finire tra le maglie della Giustizia”, questo si legge nel comunicato pubblicato l’11 settembre scorso sul sito ufficiale dell’associazione Antigone.
Secondo l’associazione quindi, il referendum sulla cannabis può portare a non considerare più criminale chi coltiva la cannabis per uso personale e chi ne vende piccole quantità. Si vuole intervenire sull’articolo 73 comma 1 e comma 4, fermo restando quanto indicato dall’articolo 74 in cui viene sanzionata l’associazione finalizzata al traffico illecito.
In più, si vuole intervenire anche sull’articolo 75, comma 1 lettera a per eliminare la sospensione della patente di guida in seguito all’uso di cannabis. Quello che il referendum non vuole fare, e che invece una parte dei suoi detrattori cerca di far passare come volontà di chi lo promuove, è legalizzare tutte le droghe. Anche perché la cannabis e i funghi sono le uniche tipologie di droghe che non hanno bisogno di ulteriori passaggi ed attività per essere consumate.
Tutti i passaggi successivi alla coltivazione sono ancora reato. Di conseguenza non c’è il rischio di un “droga libera tutti” e non viene neanche toccato l’articolo 28 del testo unico in materia di stupefacenti nel quale viene sanzionata la fabbricazione non finalizzata all’uso personale.
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A questo link il comunicato dell’Associazione