Le Tesla sono famose per essere auto elettriche ma la società austriaca Obrist ha deciso di dimostrare la validità del suo sistema per i motori a benzina trasformando proprio l’elettrica di Elon Musk in una ibrida endotermica
La società austriaca Obrist ha installato un’unità termica sperimentale su una elettrica Tesla Model 3 trasformandola così da 100% elettrica in un ibrida plugin.
L’unità termica è poi alimentata con un carburante sintetico: lo aFuel che dovrebbe contribuire ad una ulteriore riduzione dell’impatto delle vetture con motore endotermico sull’ambiente. Il powertrain sviluppato da Obrist è giunto alla seconda versione e rimarrà un prototipo fino a quando non verrà sviluppato il Mark III.
La società Obrist ha deciso di presentare a inizio settembre al Salone di Monaco la sua Tesla Model 3 riveduta e corretta. La vettura elettrica è stata presentata con un motore benzina dotato di una funzione esclusiva Range Extender chiamato HyperHybrid Mark II.
Di fatto, con questo esperimento, Obrist ha trasformato una Tesla in un’auto ibrida. Il risultato finale del lavoro sulla Tesla è stata una riduzione del peso di 250 kg. Per fare ciò è stato inserito un motore termico bicilindrico da 54 cavalli utilizzato per generare energia. La presenza del motore ha permesso di eliminare le batterie e sostituirle con degli accumulatori da 17,3 kW posizionando nella parte posteriore un motore elettrico da 136 cavalli.
La Tesla Model 3 così riveduta è corretta e anche più equilibrata dal punto di vista della distribuzione del peso. Secondo le dichiarazioni della società austriaca, questa modifica permette di avere auto con l’efficienza delle elettriche ma con prezzi concorrenziali di produzione avvicinabili ai prezzi delle auto tradizionali.
Secondo le previsioni di Obrist adottando la sua tecnologia si potrebbe avere un’auto meno inquinante a meno di 20mila euro. Oltre a questa unità termica specifica, Obris sta anche sviluppando un nuovo carburante sintetico che, con un sistema di lavorazione particolare, permette addirittura di avere un bilancio negativo di CO2.
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Se la sperimentazione andasse avanti e si arrivasse alla commercializzazione, è molto probabile che questa tecnologia della austriaca Obrist potrebbe ricevere la certificazione euro 7.