Questa volta non sono i conflitti, ma l’innalzamento del livello del Lago Tanganica a obbligare migliaia di persone in Burundi a lasciare le proprie case
“Durante la notte mentre dormivo la casa è stata inondata e poco dopo che siamo scappati la casa è stata distrutta. Siamo riusciti a prendere qualcosa ma molte cose sono state portate via dall’acqua… A volte quando lavoro riesco a procurarmi del cibo, ma a volte no, dipende dai giorni. Quando riesco, mangio manioca e fagioli. Mangio quasi tutti i giorni, ma alcuni giorni non riesco a fare nemmeno un pasto“; Arielle, 17 anni, ha perso la casa ed il reddito familiare da quando l’anno scorso il Lago Tanganica è straripato. Ora vive in un campo di sfollati e guadagna 1,20 dollari al giorno impilando e trasportando mattoni. Il racconto proviene dai microfoni di Save the Children, che interviene nei campi profughi per fornire assistenza sanitaria e psicologica.
La situazione politica in Burundi è relativamente pacifica dalle elezioni del 2020, ma l’opera dell’uomo, se non si manifesta con le armi, colpisce indirettamente la popolazione attraverso le conseguenze della crisi climatica. Negli ultimi anni oltre 103.305 persone sono state costrette ad abbandonare le proprie case a causa dei cambiamenti climatici in Burundi, dove l’aumento di inondazioni, tempeste e frane ha portato a una nuova ondata di sfollamento. Il livello del Lago Tanganica, lo scorso aprile, è salito a 776,4 metri sul livello del mare, travolgendo centinaia di case. Save the Children chiede alla comunità internazionale di incrementare i sovvenzionamenti al Burundi. Al momento il “Piano di Risposta Umanitaria 2021” del Burundi è finanziato solo per il 15,3%, creando un’emergenza che non farà altro che peggiorare.
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A questo link il comunicato di Save the Children
Maggie Korde, Direttore Regionale di Save the Children in Ruanda e Burundi afferma: “Sembra che il mondo si sia dimenticato del Burundi. Abbiamo la responsabilità collettiva di sostenere i bambini del Burundi affinché rispondano e si adattino a questi cambiamenti, mentre a livello globale dobbiamo impegnarci per combattere le terribili prospettive dell’emergenza climatica“.