Il Reddito di cittadinanza continua a suscitare polemiche. Questa volta a protestare sono coloro i quali lo percepiscono. Scopriamo cosa sta succedendo.
Il Reddito di cittadinanza è stato istituito per contrastare la povertà, la disuguaglianza e l’esclusione sociale. Si tratta di un sostegno economico ad integrazione dei redditi familiari. Il programma prevede anche un percorso di reinserimento lavorativo e sociale per le persone che ne hanno diritto. Purtroppo nel corso dei mesi sono state tantissime le problematiche organizzative riscontrate.
L’infrastruttura organizzativa non è stata capace di supportare le necessità dei precettori. La conclusione è stata che in moltissimi casi i disoccupati hanno percepito il Reddito di cittadinanza, senza avere la possibilità di essere reinseriti nel mondo del lavoro. Una cortocircuito costato molto allo Stato ma che al contempo ha aiutato diverse famiglie in difficoltà.
D’altro canto la speculazione da parte di quelli che dai media vengono definiti “furbetti” ha fatto si che aumentassero fortunatamente i controlli. I precettori del sussidio, però, protestano proprio perchè non hanno l’opportunità di lavorare. Andiamo a scoprire cosa sta succedendo.
Reddito di cittadinanza: la protesta dei precettori
Come detto in precedenza, nelle scorse ore i precettori del Reddito di cittadinanza stanno alzando la voce. Il motivo è abbastanza semplice. Nonostante la formula del sussidio preveda sia la formazione che il reinserimento del mondo del lavoro, questo non avviene. Un’opportunità negata, secondo i disoccupati, che sperano di trovare un’occupazione.
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A Palermo i precettori del Reddito di cittadinanza sono scesi in piazza per far sentire la propria voce. Da due anni percepiscono il sussidio ma nel frattempo non è arrivata nessuna chiamata dai centri per l’impiego, nessun appuntamento dai navigators. La richiesta, ovviamente, quella di un lavoro.