Allo stesso tempo, la radio via internet ha aumentato gli indici di ascolto. Diminuisce il divario mediatico tra giovani ed anziani
Il consumo mediatico diventa sempre più trasversale. Nell’era della fruizione continua di informazione, l’abitudine più consolidata è di passare da un media all’altro senza interruzione, cercando contemporaneamente cultura ed intrattenimento. Secondo un report del Censis, la pandemia ha rafforzato il potere della televisione, sia in versione tradizionale che in streaming.
L’avvio è stato conferito ovviamente dai lockdown, che hanno costretto la maggior parte della popolazione ad una vita domestica, ma anche in seguito alla ripartenza delle attività fuori casa, la televisione ha mantenuto i livelli di ascolto della pandemia. Ma la “grande sorella” non è l’unica a monopolizzare l’attenzione dei consumatori mediali.
La radio ricopre ad oggi ancora un ruolo importante nell’ottenere informazione o intrattenimento. Diminuito il consumo di radio casalinga, si è riscontrato un aumento degli ascolti via internet, che, con un numero maggiore di canali, anche indipendenti, può offrire un’offerta più variegata.
La società dell’informazione può soddisfare i propri bisogni crossmediali tramite un unico device: lo smartphone. Dal report Censis, di cui si ha notizia in un comunicato del 6 ottobre, emerge che anche la lettura di romanzi o saggi è in crescita in Italia. Una buona notizia, dato che il nostro paese è tra quelli che acquistano più libri ma che ne leggono meno.
Il lockdown ha incrementato la platea di lettori, ma affianco al cartaceo è aumentato il consumo di e-book, su dispositivi ad hoc o sullo smartphone. E questo conferma ulteriormente quanto la tecnologia smart sia un contenitore sempre più omnicomprensivo delle attività.
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A questo link il comunicato Censis
Un effetto secondario ma interessante della pandemia è l’accorciamento del divario mediale tra fascia di popolazione giovane ed anziana. L’impossibilità di avvicinamento fisico dato dal timore del contagio ha “svezzato” le fasce della popolazione a digiuno di Internet all’utilizzo di WhatsApp o di Skype, per continuare a mantenere il contatto visivo delle relazioni, anche se mediato.
In sintesi, la crescita del consumo mediatico ha subito un’impennata durante la pandemia, che si è mantenuta anche con il ripristino delle attività. Quando si consolida un’abitudine diventa difficile scrollarsela di dosso, anche se entra in concorrenza con la vita fatta di esperienze fisiche.