In Italia sono arrivate le temibili zanzare giapponesi, una delle specie di zanzare più invasive al mondo
Le zanzare sono tra gli insetti più fastidiosi. Spesso d’estate dobbiamo affrontare una vera e propria lotta contro questi piccoli insetti che, con il loro ronzio, non ci fanno dormire.
Ovviamente, nel caso in cui una zanzara scelga proprio noi per pungerci, il fastidio comprende anche una bolla pruriginosa. Nulla di serio ma comunque fastidioso. A far preoccupare, però, in questi giorni in Italia è la zanzara giapponese.
La zanzara giapponese è stata individuata per la prima volta nell’Italia settentrionale dell’est e sta iniziando a diffondersi anche nel nostro Paese. Questo insetto, molto simile alla zanzara tigre, è più resistente di quest’ultima e può contribuire alla trasmissione di alcune malattie.
La zanzara giapponese è anche più grande della zanzara tigre e tra le sue caratteristiche, quella di nutrirsi di sangue umano, pungendo anche durante le ore diurne, dimostrandosi particolarmente aggressiva e molesta.
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Il timore degli esperti è che la zanzara possa diffondersi anche nella parte occidentale dell’Italia. Il timore deriva dal fatto che la zanzara giapponese può contribuire alla trasmissione di alcune malattie tipiche di questi insetti, come la Dengue, la Chikungunya e la West Nile. Tra le malattie trasmissibili, poi, “la cefalea giapponese”, di cui però, al momento, in Europa non sono stati riscontrati casi.
La zanzara giapponese è la terza specie più invasiva al mondo tra le zanzare ed è nella top cento di tutte quelle più invasive, riferiscono gli esperti. L’insetto ha saputo dimostrare una significativa resistenza alle lunghe distanze e “alla capacità di svilupparsi in una serie di contenitori naturali e artificiali in cui ci sia ristagno d’acqua”.
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Per evitare che questo tipo di zanzara possa continuare a diffondersi bisogna non lasciare aperti i contenitori che possono colmarsi di acqua, non accatastare materiali, usare le reti antizanzare, vuotare e capovolgere gli annaffiatoi, mantenere pulite le aree in cui si vive”.
A monte di tutto, hanno spiegato gli studiosi, urge applicare un capillare metodo di monitoraggio, per capire così meglio dove queste zanzare si siano insediate ed in quali ambienti prediligano stare.