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“Sindrome Italia”, la depressione e la vita invisibile delle badanti raccontata in teatro

Depressione, ansia e trascuratezza fisica sono solo degli esempi di ciò che le badanti vivono. Rappresentata la “Sindrome Italia” in uno spettacolo teatrale

(pixabay)

La vita di chi arriva in Italia in cerca di denaro da mandare a casa è alienante. Altro paese, altra cultura, altre persone. Per non aggiungere i fenomeni di discriminazione. Le donne che lasciano casa e figli per trasferirsi qui e devolvere la loro intera esistenza alla cura di anziani e disabili vengono principalmente dall’est Europa.

La badante è la soluzione moderna all’ospizio. Se le case per anziani fanno sentire troppo in colpa i parenti, mettono una persona 24h che assista un anziano nel proprio appartamento. Ma queste vite invisibili non sono solo uno strumento a vantaggio delle mutate condizioni di assistenza agli anziani, sono persone con la propria sensibilità e fragilità.

Adattarsi a vivere a casa di un estraneo non è semplice. A maggior ragione quando la paga è in nero, il lavoro è pesante ed il cibo sono gli avanzi degli altri pasti. Non è un romanzo di Dickens di altri tempi, è ciò che abitualmente succede in queste “vite sospese”. A testimoniarlo è il lavoro di Tiziana Francesca Vaccaro, attrice e scrittrice che ha portato in teatro un lavoro basato sulle esperienze di 5 sue vicine di casa, donne dell’est Europa che per lavoro svolgono le cure ad un anziano.

A lungo andare, la “sindrome Italia” emerge in una buona percentuale delle badanti: depressione, tendenze suicide, difficoltà a vivere in Italia ma anche a reintegrarsi nel proprio paese, dove hanno lasciato famiglia e figli. Osservatorio Diritti riporta la storia dell’incontro di Tiziana Francesca Vaccaro con queste donne.

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A questo link l’articolo di Osservatorio Diritti

“Queste donne lavorano sempre, passano la vita a curare estranei al posto di curare i propri figli. Mangiano i resti dei pasti, non parlano con nessuno e perdono perfino il desiderio di uscire”, racconta Tiziana. Alla base della patologia c’è la perdita dell’identità, svanita con la fatica del lavoro e con l’estraniamento nel paese Italia.

Pubblicato da
Giulia Borraccino