Secondo le dichiarazioni fatte anche dalla Casa Bianca, Apple potrebbe essere pronta a rivedere molto al ribasso la produzione dell’iPhone 13 arrivando a tagliare qualcosa come 10 milioni di pezzi
Apple è pronta a ridurre di 10 milioni di pezzi la produzione dell’iPhone 13 di quest’anno, dichiarazioni a riguardo arrivano anche dalla Casa Bianca.
La produzione del nuovo iPhone sarebbe dovuta essere di circa 90 milioni di unità quest’anno ma a causa della persistente carenza componenti interni, la casa della Mela sarà molto probabilmente costretta a rivedere queste cifre. è il mercato Azionario americano riflette questo momento di incertezza.
Apple, niente iPhone 13 sotto l’albero
Il report viene da Bloomberg e per ora in realtà mancano dichiarazioni ufficiali dalla MEla ma ci sono avvisaglie generali che il mercato azionario in America soffre. Le azioni Apple sono infatti crollate dell’1,2% seguendo l’andamento generale di altre società sia in America sia sui mercati asiatici. Questo calo deriva ancora dall’impatto che il covid sta avendo sull’approvvigionamento dei pezzi che servono a produrre buona parte di tutti gli oggetti tecnologici in vendita.
Già a luglio Apple aveva rivisto al ribasso i guadagni a causa della mancanza di chip che avrebbero dovuto essere cuore pulsante della solita quantità di iMac e iPad. E in quella stessa occasione aveva anche accennato al fatto che poteva esserci in futuro una riduzione nella produzione degli iPhone 13 e, a quanto pare, questa possibilità si sta trasformando in realtà.
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Secondo dichiarazioni fatte da un membro dello staff della Casa Bianca “ci saranno cose che le persone non potranno avere” quest’anno per Natale, la dichiarazione prosegue “allo stesso tempo, c’è da aspettarsi che molti di questi beni siano sostituibili con altri. Non credo che ci sia un reale motivo di farsi prendere dal panico ma tutti percepiamo la frustrazione e c’è una certa necessità di portare pazienza per aiutare a superare un periodo di tempo relativamente breve”.
La situazione di Apple, quindi, riguarda in realtà tutte le aziende americane (ma non solo quelle americane) in particolare del reparto tecnologico con ricadute sostanziali, comunque, su tutta la filiera produttiva americana.