Canone Rai, possibili cattive notizie per gli italiani in possesso di un televisore: può infatti aumentare l’imposta. Ecco perché
Non solo aumenti delle bollette e dei carburanti per gli italiani. C’è chi propone di aumentare anche alcuni tributi. E’ bastato tornare quasi alla normalità per puntare alle tasche dei cittadini senza fare i conti con una realtà legata alla pandemia non florida per tutti.
Non tutti i settori si sono ripresi completamente e aumentano i dossier di aziende, che vanno verso i tagli o la la chiusura, sul tavolo del ministero dello Sviluppo Economico. Dopo la riforma catastale che, dovrebbe produrre i suoi effetti soltanto nel 2026, e gli aumenti già anticipati da parte della Provincia Autonoma di Tento e Bolzano dell’Imu sulle case sfitte, arriva un nuovo “pericolo per gli italiani”.
Canone Rai, proposto l’aumento
Si tratta del canone Rai, una delle imposte meno amate dai contribuenti. Il tributo si applica per il semplice possesso di un televisore e arriva insieme alle prime cinque bollette della luce dell’anno, solitamente bimestrali. Il valore è di 90 euro ma l’amministratore delegato della Rai, Carlo Fuortes, ha intenzione di proporre un aumento.
Secondo il dirigente Rai, infatti, il canone pagato dagli italiani è incongruo oltre che incerto rispetto agli impegni che attendono la Rai. Inoltre, l’amministratore ricorda che del canone, in Rai arriva l’86%. La Rai, infatti, paga a sua volta un’imposta sulla concessione. alle casse dello Stato.
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A quanto pare non è bastato l’ulteriore gettito recuperato dal 2016 in poi, quando il canone è stato inserito nella bolletta dell’energia elettrica. Lo scopo, chiaramente raggiunto, era quello di recuperare soldi evasi. Il tasso di evasione, infatti, grazie al provvedimento suddetto, è sceso dal 25% ad una forbice tra il 3 e il 5%.
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La proposta dell’amministratore è quella di tagliare il tributo di concessione lasciando alla Rai l’intero importo del canone pagato dagli italiani oppure portare il pagamento ai livelli medi degli altri paesi europei che si aggira tra i 120 e i 130 euro annui.