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Diritti

La casa di un camorrista diventa centro antiviolenza per donne

Il progetto è realizzato dal Comune di Salerno per rispondere ad un bisogno “grave e reale”

(pixabay)

Può sembrare un’ironia della sorte, un giusto riscatto, un’azione di valore simbolico. Una casa confiscata alla camorra diventa centro antiviolenza per donne. La dimora della violenza è sostituita con un rifugio “dalla violenza”.

Questo è quanto è accaduto in provincia di Salerno, in una località che per ovvi motivi di riservatezza rimane ignota al pubblico. Una villa che precedentemente era proprietà di un boss camorrista accoglierà sei donne con figli che tentano di uscire dalla veste di vittime per riappropriarsi della loro vita.

La regione Campania ha destinato al progetto 200.000 euro per la riqualificazione e gestione dell’immobile. L’ignoto rifugio campano per donne e figli è provvisto di assistenza legale e psicologica. Il Comune di Salerno, artefice dell’iniziativa, lo definisce “una risposta ad un bisogno reale”.

L’allontanamento e l’asilo in un luogo sicuro è solo il primo passo per le donne che hanno subito violenza domestica. Ancora più difficile è il momento della cura, della riacquisizione di un’identità lontana dalla paura, ed il reinserimento nella comunità. Quando si esce da una condizione di violenza continua, si perde il senso di se stessi, tutta la propria individualità ruota intorno all’essere vittima, e la personalità viene spogliata di qualunque altro carattere.

Questo non accade solo alle donne che hanno subito soprusi, ma anche ai figli che possono essere vittime a loro volta o assistere ad episodi di maltrattamento.

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Nino Savastano, assessore alle politiche sociali e consigliere regionale dichiara: “La violenza contro le donne è un problema grave ed attuale e va contrastata e prevenuta con ogni mezzo. Abbiamo realizzato uno spazio sicuro e confortevole per le donne che hanno bisogno di essere allontanate dalle violenze e da contesti di degrado familiare e sociale e per i loro figli, al fine di ricostruire, in serenità, il proprio futuro”.

Pubblicato da
Giulia Borraccino