Nel caso in cui l’Isee dichiarato sia sbagliato, ci si espone a sanzioni, a volte anche di natura penale. Cosa fare per evitarlo
L’Isee è un documento che dà il quadro della condizione economica del nucleo familiare. E’ essenziale per accedere ai bonus o alle esenzioni, come ad esempio quella sanitaria o del canone Tv. Questo documento viene elaborato da un professionista o da un Caf a seguito di una documentazione che il contribuente deve fornire.
Capita più frequentemente di quanto si creda che l’Isee consegnato sia errato. In tal caso l’Agenzia delle Entrate può revocare i bonus ed impartire delle multe. La sanzione aministrativa va da un minimo di 5.164 euro a un massimo di 25.822 euro. Nel caso in cui si sia percepito indebitamente un bonus superiore ai 3.999,96 euro, la sanzione diventa penale e si rischia l’arresto dai sei mesi ai tre anni.
Queste sono le conseguenze dirette, quelle indirette sono la revoca dei bonus e delle agevolazioni percepite, ed inoltre viene chiesto il risarcimento di tutte le somme percepite indebitamente.
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Cosa fare se l’Isee è sbagliato
Come già accennato, nel caso in cui si presenti un Isee più basso si rischia molto. Tenendo da parte la malafede, i patronati o i commercialisti, o anche il datore di lavoro possono sbagliare. Ad esempio, ai fini Isee, è necessario consegnare il Dup, il documento unico sui redditi da lavoro.
Nel caso in cui sia errato, l’Agenzia conferisce del tempo al contribuente per modificare l’Isee, ma dopo che i 30 giorni sono trascorsi, può incorrere in sanzione.
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Nel caso in cui sia un patronato o un professionista a commettere errori, ed il contribuente a causa di sbagli altrui perda delle agevolazioni, può richiedere un rimborso all’ente o al commercialista.