In arrivo nuovi accertamenti dal Fisco sui contribuenti: ecco chi rischia le attenzioni maggiori da parte degli organi di controllo statali
Il rapporto degli italiani con il Fisco non è mai stato idilliaco. Soprattutto perché si pensa in primo luogo a tasse ed imposte da pagare, argomento da sempre mal digerito soprattutto dall’esercito delle Partite Iva, per larga parte composto da liberi professionisti. Che soprattutto nel periodo di pandemia hanno dovuto far fronte a tante difficoltà economiche. Ma adesso la situazione sembra essere arrivata ad una svolta.
Infatti da qualche mese la situazione sanitaria nel paese sembra migliorata, così come la ripresa, anche se lenta, mostra i primi segnali. La nota dolente in ogni caso per i lavoratori arriva dai controlli che lo Stato potrebbe inasprire nei prossimi mesi, nell’ottica del contrasto all’evasione fiscale.
Il riferimento è alla privacy ed alla nuova stretta in arrivo per stanare gli evasori. Con la legge n. 139/21 pubblicata in Gazzetta Ufficiale infatti l’Agenzia delle Entrate avrà molta più libertà nel controllo degli italiani.
Fisco, nuovi controlli in arrivo: ecco chi rischia
Con questa legge infatti si preannunciano nuovi controlli da parte del Fisco sugli italiani, che a questo punto non troverà più nemmeno l’ostacolo del Garante della Privacy grazie proprio all’articolo 9 del decreto capienze (quello che regolerà anche gli ingressi nelle discoteche), con la previsione di accesso ai dati personali da parte delle amministrazioni pubbliche e di altri organismi autorizzati per necessità di rilevata importanza.
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In sintesi, qualora lo si ritenga necessario al fine di intensificare gli accertamenti su un soggetto, si potrà anche accedere ai dati personali per ulteriori controlli. Con il pubblico interesse che prende il sopravvento su tutto, e ritenuta priorità massima sempre nell’ottica di arrivare al contrasto all’evasione.
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L’autorità e la funzione assunta dal Garante della Privacy potrebbe di fatto essere cancellata da questa normativa, che in ogni caso non è ben vista dalla maggioranza dei cittadini, e soprattutto dalle associazioni di categoria. Che la vedono come una minaccia al diritto alla privacy.