E’ tempo di pagamento della Tari per molti residenti nei vari comuni. Esistono anche per il 2021 dei casi di esenzioni o riduzioni
In tanti comuni è tempo di pagamento della Tari, la tassa sullo smaltimento dei rifiuti. La tassa è dovuta in relazione al possesso di locali o arre scoperte suscettibili di produrre rifiuti. Non va confuso, quindi, il possesso con la proprietà. La distinzione evince nel caso tipico del locale in affitto. A pagare la Tari non sarà, infatti, il proprietario bensì la persona che è in affitto, che ne ha il possesso e quindi suscettibile di produrre rifiuti. Il tributo è gestito direttamente dalle amministrazioni comunali e la tempistica, nonchè i criteri per stabilire gli importi, possono variare da un comune all’altro.
Tari, casi di esenzione e riduzione
Esistono anche per la Tari 2021 dei casi in cui non va pagata o persiste una riduzione. In linea generale esiste una casistica di riduzioni e esenzioni che valgono per tutti. Poi ci sono anche casi specifici deliberati dai singoli comuni. E’ opportuno, quindi, conoscere il regolamento del comune in cui si ha il possesso di locali prima di effettuare il pagamento. Non paga la Tari chi è proprietario di un’abitazione disabitata. Questo caso va inquadrato attraverso azioni concrete. Si intende disabitata l’abitazione che non ha utenze di acqua, luce e gas.
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Nel caso delle seconde case, esistono delle riduzioni per coloro che risultano residenti in altri comuni. Le riduzioni sono dovute dal 2014 ma devono essere sempre delle delibere comunali a specificarne la percentuale. E’ possibile, però, ricorrere in caso di mancanza di delibera.
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Esiste il caso poi della riduzione obbligatoria della Tari quando il servizio di raccolta viola la legge o quando i cassonetti della raccolta sono troppo distanti dalla propria abitazione. In questo caso, vanno sempre verificate le distanze prefissate dal regolamento della singola amministrazione.