Lo scorso 12 ottobre Save the Children ha pubblicato sul proprio sito ufficiale l’annuncio riguardo “Connessioni digitali”, un progetto italiano triennale con la collaborazione di Crédit Agricole, per sviluppare le competenze digitali nelle scuole secondarie di primo grado
Coinvolte nel progetto sono 100 scuole che si trovano “nei territori più svantaggiati o privi di opportunità, per contrastare la povertà educativa digitale e favorire l’accesso ad un percorso formativo specifico, volta all’acquisizione di competenze digitali chiave per il futuro dei più giovani”.
Come si legge nel comunicato stampa di Save the Children il problema della povertà educativa digitale è attuale e urgente. La stessa Organizzazione Internazionale per la tutela dei bambini e dei ragazzi ha realizzato una rilevazione pilota i cui dati sono impietosi: un quinto dei ragazzi non è capace di eseguire una semplice operazione con gli strumenti informatici; in pratica un ragazzo su tre non ha un tablet e uno su sette non ha un PC.
E la mancanza di strumenti si ripercuote anche nell’incapacità di saper utilizzare in maniera sicura ed efficace gli strumenti digitali. Per esempio, c’è un 11% che, messo in comunicazione con altre persone tramite Zoom, non è in grado di condividere e il proprio schermo oppure non sa come si aggiunge un link in un documento di testo. C’è poi tutta la questione che riguarda la sicurezza quando si ha a che fare con gli strumenti digitali.
Circa il 10% degli studenti non conoscono il modo di creare una password neanche mediamente sicura. C’è poi un allarmante 31,1% degli intervistati che non sa che l’età minima per avere un profilo social è di 13 anni, il 7% addirittura pensa che ne bastino 10 o anche meno e c’è un altro 30,3% che non sa come rendere il proprio profilo Instagram visibile solo agli amici. Oltre la metà dei ragazzi che hanno partecipato a queste rilevazioni non conosce i propri diritti nel momento in cui si pubblica una foto sui social.
Il progetto promosso da Save the Children con la collaborazione di Crédit Agricole è di fondamentale importanza non soltanto per permettere ai ragazzi di conoscere ed utilizzare gli strumenti digitali in maniera efficace, andando a coniugare la lotta alla povertà educativa digitale con quella alla dispersione scolastica, ma può trasformarsi anche in uno strumento per proteggere i ragazzi stessi e la loro privacy creando in loro la consapevolezza che nessuno strumento è buono o cattivo, ma che occorre sapere come usarlo e soprattutto conoscere le conseguenze dell’utilizzo che se ne fa.
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Il percorso messo in piedi da Save the Children coinvolgerà 6000 studenti con un’età compresa tra i 12 e i 14 anni e si svolgerà nell’arco di 3 anni.
Lo sviluppo delle competenze digitali avverrà toccando con mano proprio la comunicazione attraverso gli strumenti digitali “anche grazie all’allestimento, all’interno delle scuole, di una vera e propria “Newsroom Crossmediale” attrezzata. Ragazze e ragazzi potranno così raccontare loro stessi e la realtà dei loro territori utilizzando le tecnologie digitali in modo competente e consapevole, sviluppando al contempo l’attivismo civico per promuovere un cambiamento in positivo della loro realtà e del contesto in cui vivono“.
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Queste sono le dichiarazioni di Daniela Fatarella, direttrice generale di Save the Children, riguardo il progetto: “Insieme a studentesse e studenti e ai docenti, vogliamo agire per contrastare la povertà educativa digitale, promuovendo concretamente opportunità di apprendere, ma anche sperimentare, sviluppare e far fiorire liberamente capacità, talenti e aspirazioni, attraverso l’utilizzo responsabile, etico e creativo degli strumenti digitali.”
Fatarelli ha ricordato come la pandemia ci abbia dimostrato che in realtà gli strumenti di educazione digitale possono essere una opportunità per recuperare il tempo perso in termini di apprendimento.
A questo link il comunicato di Save the Children