Potrebbe tornare il cashback, misura interrotta dall’esecutivo lo scorso semestre. Ma con delle novità restrittive per i beneficiari
Il cashback è uno dei piani cashless introdotti dal governo Conte per incentivare la lotta all’evasione fiscale. L’altro è la Lotteria degli scontrini, che però non ha avuto il successo sperato. Il cashback, al contrario, ha riscontrato forte popolarità, anche se per ottenerlo si è dovuto fare lo Spid e scaricare una app apposita.
Ma la misura, con stanziamenti intorno ai 5 miliardi di euro, non è stata accolta di buon grado da tutte le fazioni parlamentari, ed a seguito di lunghe discussioni, è stata sospesa anzitempo a giugno 2021.
Le criticità che sono emerse sono state varie: innanzitutto la misura cashback è stata incolpata di agevolare la porzione della popolazione già benestante; oltretutto, specialmente per ottenere il superbonus, si sono riscontrate operazioni poco corrette, come ad esempio 10 transazioni da 1 euro per un acquisto singolo di 10 euro.
Considerando la forte spesa pubblica per alimentare il cashback, si è deciso di revocarlo, o meglio, sospenderlo.
Pare che nel 2022 tornerà, ma con delle modifiche sostanziali, elaborate in base alla precedente esperienza.
Se il governo Draghi dovesse decidere di reintrodurre il rimborso del 10% sulle transazioni elettroniche, di certo ci saranno delle modifiche. Ad esempio, per evitare le microtransazioni, che andavano a svantaggio degli esercenti, e che erano solo un viatico un po’ fraudolento per il superbonus, si potrebbe inserire un tetto minimo di spesa per il cashback.
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Inoltre, per agevolare le fasce a reddito più basso della popolazione, si abbasserebbe il tetto minimo di transazioni per entrare nel programma cashback. Per il 2021 erano necessarie 50 transazioni.
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Il Superbonus da 1.500 euro potrebbe essere abolito del tutto, ed il piano di finanziamento della misura essere ridotto da 5 miliardi a 500.000 euro l’anno.