Incidenti stradali, massima attenzione alle città più pericolose d’Italia in base alla speciale classifica stilata da Aci e Istat
Secondo i dati forniti da Aci ed Istat ci sono delle città in Italia più pericolose delle altre in quanto ad incidenti stradali. Si tratta di una speciale classifica che porta alla luce numeri abbastanza allarmanti e alo stesso tempo induce alla riflessione su quella che è ad oggi la rete stradale del nostro paese. Tra manutenzioni che mancano e problemi atavici, emergono criticità irrisolte.
E che portano a tragedie spesso dovute anche alla guida indisciplinata e all’alta velocità. La classifica presa in esame riporta i dati sui decessi dovuti agli impatti sulla strada dal 2010 ad oggi, tenendo in considerazione anche il periodo del lockdown. Ed i dati che emergono fotografano una situazione critica soprattutto in alcune città.
Senza troppa differenza tra Nord e Sud, partiamo l’analisi di queste strade pericolose che attraversano in lungo ed in largo il paese. La prima città elencata in classifica è Lodi, a seguire c’è Bolzano. Due realtà del Nord insomma.
Incidenti stradali, ecco le città più pericolose d’Italia
La classifica delle città italiane più pericolose per incidenti stradali vede Piacenza nei primi posti a causa di un incremento di impatti letali superiore rispetto a quello del decennio precedente. Male anche Pistoia con l’indice di mortalità nel periodo preso in considerazione da Aci ed Istat cresciuto più del doppio rispetto a quello della media nazionale. Un indice abbastanza rilevante e che riporta alla luce una verità amara.
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Andando ad elencare le città più pericolose del paese troviamo Isernia dove l’indice di mortalità per 100 incidenti stradali è stato di 6,1 dal 2010 ad oggi. Male anche a Trapani dove si registra lo stesso aumento rispetto al 2010 e – rimanendo in Sicilia – si registrano i segnali negativi anche ad Enna.
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Le note positive arrivano solo da 5 regioni che hanno fatto registrare un decremento di decessi su strada: parliamo della Valle d’Aosta con 0 decessi ma anche della Calabria che ha fatto registrare un -41%). A seguire Basilicata (-38%), Emilia-Romagna (-37%) e Friuli Venezia Giulia (-35%).