I bambini non distinguono tra finzione e realtà, come proteggerli?

La violenza nei bambini spesso non è consapevole, ma frutto di un’emulazione. Le serie tv ed i videogiochi sono i primi incriminati

bambino violenza
Lavi Perchik (unsplash)

Un nuovo comunicato di adolescienza.it parte dal dilemma “Squid Game o non Squid Game?”. Stiamo parlando di una serie Netflix che ha già fatto partire campagne di proteste per gli effetti violenti che ha creato sui più piccoli. Si tratta di censura?

Il termine censura in questo caso viene utilizzato da coloro che dietro un concetto approssimativo di cosa sia la libertà sottovalutano l’influenza che dei prodotti audiovisivi possano avere sulle impressionabili menti dei bambini. Proteggere i bambini dalla visione di alcune serie non rappresenta necessariamente un’educazione rigida, ma di cura, come dovrebbe essere quella genitoriale.

Tenendo da parte l’incriminata serie, adolescienza.it focalizza il suo articolo sui processi di apprendimento dei bambini, che spesso passano per l’emulazione. In assenza dei filtri che solo la maturità conferisce, un bambino o un adolescente impara il mondo attraverso l’osservazione dell’esterno, e tende a replicarlo così come lo vede.

Il problema è la difficoltà di distinguere tra finzione e realtà, che negli adulti viene identificata come patologia, e nei bambini è un processo assolutamente naturale, che però deve essere guidato dalle figure di riferimento.

E la violenza è uno degli aspetti cruciali. Quando i bambini giocano a fare la lotta, si picchiano davvero. Non riuscire a distinguere dove finisce il confine del gioco mette in pericolo potenziali vittime, come ad esempio nei fenomeni di bullismo.

E nel momento in cui l’intenzionalità di ledere l’altro non è consapevole, perché si vive come nella suggestione del gioco, si entra in un campo dannoso per la crescita sana di un bambino.

La protezione adulti è attiva su tutti i canali on demand, ma veramente in pochi casi viene utilizzata. Il problema si incontra soprattutto quando la violenza viene “normalizzata” perché comune a molti stimoli che i bambini ricevono.

Leggi anche: Unicef e Magnum Photo insieme per raccontare la Generazione Covid

Leggi anche: No alla Sugar tax in Italia, ma i nutrizionisti non sono d’accordo

Conclude adolescienza.it: “Il ruolo dei genitori è controbilanciare tutto questo bombardamento, ma è anche educare. Ogni volta che il genitore cede, perde una preziosa opportunità di insegnargli qualcosa di utile e importante“.

A questo link l’articolo di adolescienza.it

Gestione cookie