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L’Europa finanzia la “carne coltivata” per rispondere all’emergenza climatica

C’è chi grida al miracolo e chi all’aberrazione. La carne coltivata divide l’opinione pubblica ed il mondo scientifico

Oscar Salgado (Unsplash)

“Le cellule muscolari si fondono quando sono poste l’una vicino all’altra e si trasformano in cellule con più nuclei. Normalmente, quando il tessuto muscolare viene coltivato liberamente, è orientato in modo casuale, ma è un gel di collagene modellato allungato. Coltivandolo è stato possibile allinearlo in una certa direzione come se fosse un muscolo reale”.

Questa è la ricetta per fare la carne di manzo. Solo che anziché davanti al libro della nonna ci troviamo di fronte a dichiarazioni del professor Shoji Takeuchi, del dipartimento di Informatica meccanica intelligente della Scuola di specializzazione in Scienze e tecnologie dell’informazione dell’Università di Tokyo.

La carne coltivata è stata la risposta più “intelligente” che il mondo scientifico è riuscito a fornire per contrastare la crisi climatica. Al punto che l’Europa sta per investire 2 milioni di euro in un progetto per lo sviluppo della carne bovina in vitro.

Ma non si tratta di creazione genetica; è una riproduzione cellulare, potenzialmente replicabile all’infinito, di residui di carne animale. Una reazione chimica che crea il muscolo dotato di tutte le sue proprietà benefiche, tranne quella di aver avuto del sangue nelle vene.

E’ una differenza trascurabile? La carne non verrà creata in laboratorio come nella distopia di Frankenstein, ma in un ambiente simile ad una fabbrica di birra. Il progetto verrà sviluppato da Nutreco e Mosa Meat, aziende a cui andranno destinate riserve del fondo di ripresa europeo post Covid.

Come in tutte le scoperte c’è chi grida alla genialità e chi all’aberrazione. I co-fondatori dell’azienda che sta sperimentando la carne “coltivata” sostengono che questo prodotto sarà sostenibile ambientalmente, riducendo copiosamente i costi ecologici dell’allevamento, e vantaggioso per i consumatori, perchè più economico.

La Coldiretti, che si schiera tra gli “apocalittici”, dichiara: “E’ inaccettabile che l’Unione europea finanzi con risorse pubbliche il business privato della “carne” in provetta dietro il quale si nascondono rilevanti interessi economici e speculazioni internazionali dirette a sconvolgere il sistema agroalimentare mondiale”.

Ciò che stupisce è che si risponda alla crisi dell’ambiente con un’altra distorsione della natura. E di fronte a questo insensato e quanto mai antropocentrico progetto non si parla più dell’antico sogno dell’uomo di dominare la natura, che pur se errato aveva un non so che di romantico, si ritorna sulle logiche del profitto, inscalfibili ed incontrastate.

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Perché semplicemente non si chiede una riduzione dell’allevamento intensivo? No, la risposta geniale del mondo scientifico è di creare altra carne “pulita”. E, come spesso accade, l’Unione Europea non riesce a guardare molto oltre, finanzia il progetto ed è soddisfatta perché ha aggiunto un tassello alle promesse “green”. Se la carne non si può allevare perché non è più sostenibile, allora si inventa.

“L’invenzione non è una creazione dal nulla, bensì dal caos”Frankenstein, Mary Shelley

A questo link l’articolo de Il Salvagente

Pubblicato da
Giulia Borraccino