Il Governo intende rimodulare gli estimi catastali allo scopo principale di scovare gli immobili ancora sconosciuti e rendere la tassa più equa
Il Governo è alle prese con l’impostazione della riforma del fisco programmata dal 2022 al 2026. E’ una riforma che richiede tempo e gradualità ma è necessario impostare già da ora l’obiettivo visto che è necessario programmare sul triennio i documenti di legge di formazione del Bilancio dello Stato. Tra le innovazioni sta facendo discutere tanto la riforma degli estimi catastali. Sul tema si è aperto un dibattito che ha portato alla creazione di schieramenti nel Governo. Il premier Draghi ci ha tenuto a precisare che nessuno pagherà di più e che se cambierà qualcosa sarà poco percettibile per il contribuente.
La riforma punta innanzitutto a rimodulare la suddivisione degli immobili nei comuni. L’attuale divisione lascia che degli immobili siano ancora sconosciuti e non rende equo il tributo. Non c’è molta omogeneità tra le aree catastali attuali che vanno rimodulate. Milano, ad esempio, avrà 41 are in luogo delle sole 3 attuali. Roma, invece, ne avrà ben 233 al cospetto delle 7 attuali.
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Per quanto riguarda gli immobili che dovrebbero avere la “peggio” da questa rimodulazione ci sono quelli della categoria lusso. Si pensa che gli immobili appartenenti a tale categoria possano aumentare. In ogni caso, il premier in conferenza stampa ha dichiarato che i cambiamenti che avverranno dal 2026 saranno poco percettibili dai contribuenti. Fatto sta che la riforma appare più di tipo ordinativo.
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Essa mira maggiormente a scovare immobili abusivi piuttosto che ad aumentare semplicemente tasse a coloro che già la pagano. Secondo l’Agenzia delle Entrate gli immobili sconosciuti al Fisco sono circa 1,2milioni.