Ci si può sottrarre dal conto corrente cointestato ottenendo il 50% dei beni. Ma la questione è complessa: in alcuni casi serve l’assenso del congiunto
Il conto cointestato è una consuetudine che mano mano sta diminuendo. I coniugi sempre più hanno una gestione economica autonoma, anche figlia del fatto che entrambi hanno un reddito personale. Ma in molti casi il conto corrente con due firme continua ad essere la soluzione preferita. A volte per la possibilità di delega delle operazioni, altre volte per semplificare le spese familiari, ed in alcuni casi per convenienza fiscale.
Nel caso di separazione o di divorzio, il conto corrente cointestato viene sciolto e divisi i beni al 50%. Ma non in tutti i casi è così: in una causa di divorzio, se il conto è stato riempito interamente da uno dei due coniugi, l’importo potrebbe essere esclusivamente del titolare dei versamenti.
Per sottrarsi al conto corrente cointestato basta andare il banca e farne richiesta. Il conto corrente non verrà chiuso e l’unico titolare rimarrà l’altro cointestatario. Chi decide di sottrarre la firma dal conto riceverà la metà dei beni presenti nel deposito.
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Ma in alcuni casi, come ad esempio quando i versamenti sono stati fatti esclusivamente da uno dei due coniugi, la banca potrebbe richiedere il nulla osta dell’altro cointestatario.