Ora si attende il riscontro del Governo e della Commissione Bilancio per la legge definitiva
Garantire l’applicazione di un diritto non è e non deve essere un atto di concessione compassionevole, ma un obbligo da parte di istituzioni e popolazione civile.
In questo caso si tratta del diritto alla pari mobilità delle persone disabili. Nelle metropoli italiane come ad esempio Roma, le strisce blu sono gratuite per i veicoli che portano il contrassegno di disabile. Ma non è valido per tutte le città. E’ lasciato alla discrezionalità del comune dove, per fare cassa, spesso questo diritto non è riconosciuto come tale.
Chiedere ad un disabile di pagare una tariffa oraria per parcheggiare nella prossimità della sua destinazione lede il diritto alla pari mobilità. Un “abile”, per non pagare, può optare per un parcheggio più lontano o utilizzare i mezzi pubblici. La stessa scelta un disabile non la può fare.
Per questo motivo Cittadinanzattiva, in un comunicato stampa del 26 ottobre, chiede al Governo di approvare la norma proposta dalle Commissioni Trasporti ed Ambiente per la gratuità del parcheggio sulle strisce blu per i disabili sull’intero territorio nazionale.
Ma i comuni sono restii e guardano la norma come una sottrazione di denaro dalla cassa locale.
Marco Rasconi, Presidente di UILDM, afferma che la norma “è molto importante per chi ha già enormi difficoltà di spostamento e di mobilità nelle città. Queste preoccupazioni da parte dell’ANCI sulle casse comunali non emergono quando migliaia di motorini occupano gli stalli e le strisce blu senza pagare la sosta oraria, forse perché per i Sindaci rappresentano molti voti.”.
Il solito caro profitto, che ogni bilancio si tiene stretto per non entrare in deficit. Giustissimo ragionamento, ma che non può essere prioritario ai diritti civili.
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Conclude Francesco Schlitzer, Amministratore Delegato di VERA Studio la società che affianca pro bono le associazioni civiche: “Mi chiedo quale coerenza ci sia quando le istituzioni e la stessa ANCI plaudono agli atleti paralimpici italiani ma poi sono contrari a norme che possono aiutare anche coloro che non sono atleti ma vivono la medesima condizione di disabilità”.
A questo link il comunicato di Cittadinanzattiva