L’amministratore della Rai Fuortes intende estendere l’applicazione del canone. Non è una buona notizie per molti cittadini
La notizia non piacerà a molti cittadini. L’amministratore delegato della Rai ha intenzione di allargare il pagamento del canone annuale anche ai dispositivi elettronici. La motivazione sta intanto nell’allineamento agli altri paesi europei che non fanno distinzione tra apparecchi televisivi ed elettronici. C’è anche un discorso di equità. Il canone si paga per il possesso del televisore. Sulla carta è un imposta ma nella realtà, di fatto, è una tassa mascherata.
Canone Rai, pagheranno anche i mezzi elettronici?
Formalmente con il canone si va a pagare un tributo per il semplice possesso di un televisore ed è quindi un’imposta. Nella realtà dei fatti dietro si nasconde una tassa perché non è altro che un contributo dei cittadini al servizio offerto dalla tv di Stato. Messa in questi termini, allargare l’imposta anche al possesso di strumenti elettronici che permettono l’accesso ad internet e quindi, ai servizi Rai, va incontro ad una contraddizione formale.
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Tuttavia, c’è anche un discorso di equità nel senso che è giusto che il contributo alla tv statale arrivi da tutti coloro che abbiano uno strumento per accedervi. Reazione opposta è arrivata dal Codacons che in una nota ha fatto sapere di essere per l’abolizione del canone: “L’imposta più odiata dagli italiani. Una vera e propria vessazione a danno degli utenti, che si sono ritrovati a pagare bollette più salate a causa della decisione del Governo Renzi”.
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Il riferimento dell’associazione die consumatori va anche all’inserimento del canone nella bolletta energetica allo scopo di raggiungere più utilizzatore dei servizi Rai che non pagavano il canone. In Europa ci sono alcuni paesi che gestiscono la tv di Stato senza far pagare un canone a parte, ma direttamente dalle entrate che incassano attraverso i vari tributi. Sono i casi di Croazia, Slovenia, Danimarca, Regno Unito, Spagna, Belgio e Olanda.