La tredicesima è inclusa anche nella pensione, ma non per tutti e non tutti la prendono interamente. Come funziona?
La tredicesima è una specie di regalo fatto dallo stato a lavoratori e dipendenti dagli anni ’30 del Novecento in prossimità delle festività natalizie. Quindi, se da una parte è un bonus alle famiglie, dall’altra è anche un modo per incentivare i consumi sotto le feste. I più “fortunati” percepiscono anche la quattordicesima in estate, ma non è il caso delle pensioni.
I pensionati hanno la tredicesima come gli altri lavoratori, ma con delle differenze. Sono percettori di tredicesima le pensioni da lavoro dipendente, autonomo, la pensione anticipata, quella di reversibilità e le prestazioni assistenziali, come gli invalidi civili.
La tredicesima per chi ha il conto in banca con Iban collegato viene accreditata direttamente sul conto, o può essere ritirata alla posta come il resto della pensione. Generalmente i pagamenti della tredicesima iniziano a partire dal 25 novembre di ogni anno.
La mensilità aggiuntiva ai 12 mesi non viene erogata per chi possiede l’indennità di accompagnamento e chi è percettore dell’indennità di frequenza.
Inoltre, la tredicesima non è conteggiata come le altre mensilità. Essendo una sorta di premio, ha delle regole particolari sull’importo.
I neo pensionati potrebbero percepire una cifra minore sulla tredicesima. Per non avere brutte sorprese a dicembre, è meglio conoscere subito come funziona la formula. La tredicesima si calcola prendendo di base l’importo della mensilità della pensione, moltiplicandola per i mesi in cui si è ricevuta nell’ultimo anno e dividendo per 12.
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Ad esempio, un neo pensionato che si è ritirato dal mondo lavorativo a giugno, percepirà nel 2021 7 mensilità di pensione: giugno, luglio, agosto, settembre, ottobre, novembre e dicembre.
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Nell’ipotesi in cui la pensione sia di 1.000 euro al mese il calcolo è: 1000 x 7 / 12 = 583,33 euro. A questa cifra vanno sottratte le trattenute Irpef.