Legambiente: “Non perdiamo tempo con il nucleare, il futuro sono le rinnovabili”

La COP26 ha ritirato fuori il nucleare di quarta generazione, e Legambiente ha pubblicato un comunicato stampa che indica una via diversa per il nostro Paese

Foto Dan Meyers Unsplash

Nel comunicato pubblicato lo scorso 4 novembre, Legambiente lancia forte il suo monito che non si torni a parlare e a “perdere tempo” con il nucleare: “La vera e unica strada che il nostro Paese deve percorrere è quella dello sviluppo delle rinnovabili” afferma Stefano Ciafani, Presidente di Legambiente, “dell’efficienza e dell’innovazione tecnologica, sia per accelerare la transizione ecologica ed energetica, sia per rispettare gli obiettivi per il clima fissati al 2030 ed azzerare le emissioni nette di CO2 entro il 2050“.

Durante la COP26, infatti, qualcuno ha iniziato a riportare sul tavolo l’idea del famoso nucleare di quarta generazione, le centrali in grado di ridurre il proprio impatto in termini di scorie, garantendo energia elettrica meno inquinante delle fonti fossili.

L’Associazione ha voluto chiarire e smantellare alcune false notizie che circolano tutt’ora e che riguardano gli eventuali benefici di una transizione al nucleare. Una su tutte: le bollette non sarebbero meno care dato che anche i costi di produzione del nucleare sono cresciuti.

Secondo il World Nuclear Industry Status Report, nel 2020 produrre 1 kilowattora (kWh) di elettricità con il fotovoltaico è costato in media nel mondo 3,7 dollari, con l’eolico 4,0 dollari, con il nucleare 16,3 dollari“.

Un altro punto su cui l’associazione è chiara è l’eventuale idea che l’Italia sarebbe sempre subalterna rispetto ai Paesi che usano il nucleare: in totale nel mondo ci sono solo 13 Paesi che stanno ancora pensando a costruire centrali nucleari.

In più, anche se volessimo aprirci (o meglio riaprirci) al nucleare, non saremmo mai in grado di avere centrali in funzione in tempo per permetterci di raggiungere gli obiettivi climatici che ci siamo dati al 2030.

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Il nucleare è seducente perché lo abbiamo sperimentato, e sapendone effettivamente poco, ci sembra un modo comodo per produrre energia, mentre le rinnovabili, che tanti ritengono ancora giochetti per hippy mangia carote, sono viste come inutile perdita di tempo quando è esattamente il contrario.

Il nostro Paese può, e dovrebbe, investire nelle rinnovabili: la nostra esposizione e la conformazione del nostro territorio è infatti sicuramente più adatta a sfruttare sole, vento, calore sotterraneo e moto ondoso che non a costruire mausolei (e dovremmo farli a prova di terremoto) alimentati con prodotti estremamente instabili e tossici e che dovremmo comunque comprare da altri.

Dove sarebbe effettivamente il risparmio?

A questo link il comunicato stampa di Legambiente

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