Blocco licenziamenti: la misura emergenziale scade il 1 novembre anche per gli ultimi settori interessati. Ecco cosa cambia adesso per i lavoratori
Termina il 1 novembre il blocco dei licenziamenti dei lavoratori, la misura adottata dal governo con l’insorgere della pandemia Covid. E che ha avuto lo scopo di evitare la perdita del posto di lavoro per migliaia di italiani alle dipendenze di aziende alle prese con gravi difficoltà economiche. La misura è scattata durante il 2020, anno critico per il paese per i motivi che tutti conosciamo.
Che sono partiti dall’emergenza sanitaria e che hanno colpito via via tutto il settore lavoro. In particolar modo le piccole e medie aziende che non hanno avuto la possibilità di fronteggiare le chiusure ed i lockdown senza gli aiuti del governo. La misura in ogni caso ha premiato soprattutto i lavoratori a tempo indeterminato.
Che hanno potuto mantenere il lavoro. Diversa è stata invece la situazione per i lavoratori a tempo determinato e quelli con contratti di collaborazione o a progetto. Per questi ultimi infatti non ci sono state misure di protezione, con la perdita dell’occupazione che è scattata in automatico.
Se da un lato c’è da registrare le fine del blocco dei licenziamenti, per i lavoratori a tempo indeterminato c’è stata la proroga della cassa integrazione Covid, misura presente nel Dl fiscale e che ha permesso dal 1 ottobre ai lavoratori di usufruire di questa possibilità. In ogni caso la proroga può essere utilizzata nei confronti dei lavoratori solo per 13 settimane per le piccole imprese e 9 settimane per i settori abbigliamento e pelletteria.
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Ma cosa accade adesso con la fine del blocco dei licenziamenti per i lavoratori? In primo luogo le aziende potranno licenziare, a differenza di quanto avvenuto in passato, i lavoratori nei casi di difficoltà economiche. Anche se, secondo i dati forniti dall’osservatorio Banca Italia, i numeri non dovrebbero essere preoccupanti.
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In quanto il periodo critico per le aziende sembra ormai essere alle spalle, con le riaperture che hanno rimesso in moto tutti i settori del lavoro e del commercio. Proprio per questo motivo non si prevedono licenziamenti di massa nel paese.