Il conto corrente ha degli oneri e degli obblighi da parte dei clienti. Ma anche la banca ce li ha. In alcuni casi si possono chiedere rimborsi
Le banche sono degli istituti di credito a cui tutti noi ci affidiamo per depositare denaro o fare investimenti. Innanzitutto è bene precisare che ad oggi, rispetto al passato, non è più conveniente tenere grosse somme di denaro sul conto corrente.
Fino a 15 anni fa i tassi di interesse sui depositi consentivano ai clienti di acquisire una somma, seppur piccola, senza fare nulla, solo tenendo liquidità in banca. Ma dopo le disposizioni della Banca Centrale Europea, che ha portato i tassi di interesse in negativo, non è più così.
Ad oggi le banche, per non accollarsi i costi dei depositi liquidi, ad alcuni correntisti, previa comunicazione, fa pagare le penali per i depositi troppo grandi. Si parla di 5 milioni di euro liquidi, che quindi riguardano poche persone.
Ma anche i più non ricevono alcun interesse sul conto corrente, ed allo stesso tempo devono pagare le spese e gli oneri contrattuali.
Le banche online ormai sono diventate molto concorrenziali sul mercato, ed offrono la possibilità di aprire conti correnti a costo zero. Ma molti correntisti sono diffidenti, anche perché ritengono che chiudere un conto ed aprirne un altro sia un’operazione costosa e che può creare problemi, come ad esempio ritardi.
Niente di più errato. Dal 2015 le banche, per legge, devono assicurare la portabilità gratuita del conto corrente.
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Ciò significa che non ci sono più costi per passare da una banca all’altra. Inoltre, è stato fissato l’obbligo di espletare le operazioni di portabilità entro 12 giorni lavorativi.
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Se la banca non rispetta questi termini può incorrere in sanzioni. Se la chiusura del conto e il trasferimento ad un altro non avviene entro 12 giorni lavorativi il cliente ha diritto ad un rimborso fisso di 40 euro, maggiorato per ogni giorno in più di ritardo.